Il quasi biennio al timone del Gravina ha consacrato Valeriano Loseto: risultati importanti quelli raggiunti dal club murgiano con il trainer barese in panchina, ma malgrado sembravano esservi tutti i presupposti, il connubio tra le parti si è interrotto, seppur con il massimo della stima reciproca. Ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com è intervenuto lo stesso Loseto che, prima di addentrarsi nelle tematiche maggiormente tecniche, ha prospettato quello che sarà il calcio post-Covid, soprattutto in ambito dilettantistico:

L’auspicio comune è che si possa tornare ai bei tempi: il calcio senza pubblico sugli spalti non è tale, poiché si tratta di uno sport talmente motivazionale che la spinta dei tifosi può rivelarsi perfino decisiva per vincere le partite. Sarà una riapertura, tuttavia, graduale: purtroppo questa è una situazione che deve essere costantemente monitorata”.

Mister Loseto, un bilancio di quella che è stata la sua esperienza alla guida del Gravina.
“A Gravina è stato svolto un lavoro importante, nonostante il budget a nostra disposizione non fosse di prima fascia: sono stati scelti gli uomini giusti, disposti a tutto in campo pur di centrare un risultato importante. In alcuni periodi siamo un po’ mancati, ma due settimi posti di fila testimoniano quella che è stata la bontà del progetto”.

Qual è stato il punto di discontinuità che ha decretato la fine del suo rapporto con il club murgiano?
“Dopo due anni alla guida del Gravina, mi aspettavo qualcosa di diverso: mi sono state formulate proposte che, in tutta sincerità, non ho ritenuto congrue, anche se devo ammettere che l’addio si è consumato con il masso del rispetto reciproco. Non so cosa riserverà il futuro, ma per me Gravina resta sempre una seconda casa e ai gialloblù auguro il meglio”.

Il nome di Valeriano Loseto è stato sondato da diverse società pugliesi, ma ad oggi quali sono gli scenari riguardanti il suo futuro?
“Il discorso delle motivazioni torna qui: per prendere in mano le redini di una squadra, servono determinati stimoli. Purtroppo, soprattutto in questo periodo, ritengo che la meritocrazia stia venendo meno perché, talvolta, alcune squadre ingaggiano allenatori reduci da lunghi periodi di inattività o esonerati in diverse circostanze. Per quanto riguarda il mio futuro, a meno che non giunga qualche offerta seria da fuori regione, penso che un mio ritorno in panchina possa coincidere soltanto in termini di avvicendamento. Qualche settimana addietro ci sono state chiacchierate con Taranto e Cerignola, società che poi hanno optato per altri profili”.

Un pensiero per concludere: ci dica il momento più felice e quello più infelice della sua carriera.
“Conservo nel cuore tanti periodi felici: di recente, con il Gravina, abbiamo bloccato Foggia e Taranto, mentre al timone dell’Andria sfiorammo il successo contro il Lecce di Liverani che pareggiò all’ultimo secondo. Quello più infelice, e mi ricollego, è stato proprio ad Andria: la squadra creava tanto, ma purtroppo la vittoria non è mai giunta e questo è un rammarico che mi porto ancora dentro”.

Sezione: Altre notizie / Data: Mar 21 luglio 2020 alle 18:30
Autore: Vito Salvatore Di Noi
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