L'ennesimo cambio di guida tecnica del Bari è l'ennesima sconfitta del gruppo squadra: inteso come uomini, come calciatori che compongono la rosa biancorossa in questa stagione travagliata. Un gruppo che ha mostrato di avere pochi valori tecnici, poco carattere, poca voglia di lottare. Da Mignani a Marino, da Marino a Iachini: come è possibile che nessun allenatore sia stato in grado di invertire la rotta? Ma soprattutto: come è stato possibile arrivare alla rottura anche con l'esperto tecnico di Ascoli Piceno dopo un inizio apparentemente idilliaco? Adesso c'è Giampaolo, ma chi scende in campo esce malissimo da questa situazione ed agli occhi della piazza ha perso credibilità. In questo rush finale va recuperata, almeno in parte. Ciò può accadere solo centrando la salvezza.
DAGLI ABBRACCI ALLE ROTTURE. Intendiamoci, dietro ogni scelta c'è sempre un motivo. Tuttavia l'involuzione del rapporto con Iachini appare davvero difficile da digerire. Mai, del resto, il tecnico aveva fatto così male tra i cadetti in tutta la sua carriera. Viene da ripensare a soli due mesi fa: il Bari vinceva prima contro il Lecco e poi contro la Feralpisalò. Ad ora le ultime vittorie in campionato, vittorie che la squadra aveva festeggiato alla grande, abbracciando lo stesso mister a fine partita, quasi osannandolo. "Sembra di aver vinto la coppa campioni", dirà proprio Iachini in conferenza stampa. E via di proclami. Tanto che qualcuno di loro ebbe l'ardore di affermare che tutto fosse cambiato, che la strada tracciata fosse finalmente quella giusta. Ma perché queste parole lasciassero il tempo che trovavano è bastata una serie di risultati negativi ed una serie di scelte a metà tra il clamoroso e l'improduttivo. Perché forse non davano adeguati punti di riferimento o non davano ordine? Non si sa. Ma fa strano pensare che il rapporto si sia esaurito e bruciato in così poco tempo, tale da provocare una media punti bassissima. Feeling che poteva essere con Marino e che invece mai è stato: un primo mese discreto (anche qui il vento, a parole, sembrava cambiato), poi il crollo in verticale. Fino alle sfide contro Reggiana e soprattutto Palermo: devastanti. Col sennò di poi tutto questo fa riflettere perché dietro la quasi impresa dello scorso anno c'era un gruppo di ferro. Quello che quest'anno dall'esterno non si è quasi mai intravisto. E nessun allenatore è riuscito a trovare sin qui un minimo equilibrio. Ma questa situazione non è riconducibile alla sola guida tecnica: pensarlo sarebbe un errore ingenuo.
POLITO RIMANE. In tutto questo siamo al quarto allenatore, ma il direttore sportivo rimane al suo posto. Almeno sino a fine stagione. Eppure dietro questa annata fortemente negativa c'è soprattutto la sua impronta: due sessioni di mercato totalmente sbagliate, proclami e comunicazione errata con la tifoseria. Dilapidato - e questo dispiace tantissimo - l'ottimo lavoro delle due stagioni precedenti in un colpo solo. Nel calcio in genere si paga dazio anche con molto meno, sempre il Bari diede il benservito a Romairone dopo metà stagione in C. Cambiare adesso probabilmente non serve a nulla, ma anche Polito è finito nel mirino dei tifosi a suon di cori, sia pure ironici. Storia di un feeling che ad ogni modo si è clamorosamente spezzato. Alla luce di tutte queste premesse per mister Giampaolo saranno almeno cinque partite di fuoco: come ne uscirà al termine delle stesse?
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