Conferenza pre Natalizia (e pre Catanzaro) del presidente del Bari Luigi De Laurentiis. Si parte dagli acquirenti. Due sarebbero i gruppi interessanti: “Si sta studiando il Bari dal punto di vista dei numeri e della piazza. Sto dialogando insomma e con due gruppi. Il rischio fa parte di questo mestiere. Ma la società voglio darla in mano solide. Perché questo è quello che conta. Altre società sono state date in mano a realtà che avevano tanti denari. Ma nel calcio serve anche programmazione. Identità dei gruppi? Non sono gruppi nazionali. Il calcio oggi è interessato da molti investitori stranieri e in Italia è sempre più così”.
Sul mercato si andrà avanti anche a gennaio con Di Cesare e Magalini: “Posso fare un bilancio di quello che è stato. Magalini è arrivato dopo quattro allenatori cambiati ed un playout. Insomma in mezzo alle bombe ma ha presto questa responsabilità con grande esperienza e serietà. Venivamo da un’annata horror e l’anno scorso ci ha permesso di essere nei playoff praticamente per tutto l’anno. Cosa è mancato? Io raggiungimento degli stessi piayoff che avevamo promesso alla piazza. Quanto a quest’anno tutti pensavano che il nostro centrocampo fosse il migliore della B anche se io ho sempre invitato alla calma. Nel calcio non bastano sempre cambiamenti e rivoluzioni. Poi le difficoltà arrivano. Per esempio gli infortuni di Gytkjaer e Vicari. Ora siamo a dei punti in campionato che non corrispondono all’ entusiasmo iniziale. Qualsiasi ds avrà pregi e difetti: Magalini come altri. Quello che è certo è che Magalini continuerà anche a gennaio. Un mercato sempre difficoltoso perché si vanno a trovare giocatori che non giocano e non sempre per motivi precisi. La testa fa tanto”.
Esempi di club venduti di recente anche al sud non mancano. Ma il presidente precisa: “Juve Stabia e Bari sono due casi diversi, in tema di vendita. Per quanto riguarda i campani l’accordo è comunque arrivato davvero dopo tanto tempo. Loro vengono dall’estero e non solo qui in Italia. Ha un altro bacino d’utenza e magari sono più semplici da gestire”.
Le contestazioni e lo stadio vuoto però non agevolerebbero la vendita: “Questo è autolesionismo, non è una bella cartolina chiedersi perchè questa città è così difficile. Ma c’è anche l’altra difficoltà: i giocatori che vengono fischiati. Chiaro che alcuni di loro possano sentirli sulle gambe ed essere fragili. Chi più di me vorrebbe chiudere questa esperienza con un lieto fine? Così come me tutti coloro che lavorano per il Bari dalla mattina alla sera. Il tifo è ambizioso e deve esserlo. Anche a questo mercato estivo ci siamo approcciati in un modo che aveva lasciato tutti contenti. Ma in un nuovo corso non sempre si trova la quadra immediatamente. Ora c’è il mercato di gennaio e puntiamo ad una seconda parte di stagione migliore”.
Salvare la B è importante ad ogni modo. Obiettivo playoff al momento nettamente accantonato anche se non potrebbe essere altrimenti: “Mantenere questa categoria anche se con difficoltà non è un gioco da ragazzi. Non finire in A ha poi cambiato un po’ lo storytelling perché la B necessita di un approccio strano e graduale. E invece ci ha portato a sragionare. Ci sono anche squadre che dalla A fanno un doppio salto indietro in C, altre che falliscono. Che vogliate o no la B è una categoria difficile ed è l’unica in Europa con quattro retrocessioni”.
Ritorna poi sulla sua avventura a Bari: “Quando ci è stato consegnato il titolo sportivo di questa squadra sapevamo della scommessa imprenditoriale. E speravamo che in questi anni qualcosa potesse smuoversi. Per quanto riguarda questi due anni che restano, ci sarà una coesistenza a seconda di quel che accadrà sulle norme valuteremo quel che sarà. Io in minoranza? Mi andrebbe bene lo stesso. Se invece non sarà possibile sarò felice di venire qua a Bari da spettatore e nella categoria che merita”.
Poi chiosa: “A volte sembra che io non ci sia mai per il Bari, ma in verità sono presente in casa ed in trasferta, assisto anche agli allenamenti. Io non sparisco, non è così. E non ho alcun problema ad incontrare la tifoseria, così come Leccese e Decaro che conosco”.
Sul mercato: “Dobbiamo operare sul mercato e farlo in maniera importante. Bisogna capire chi vuol restare qua, capire chi ha testa e gambe per questo. Voglio trovare la quadra e ricostruire entusiasmo, so cosa vuol dire vedere in giro gente con la maglia del Bari. Mi sento barese io e cittadino di questa città. E non faccio retorica della mia vita, ci metto la faccia”.
Capitolo Dorval: “Se gioca come sa ce lo teniamo. Non sono giunte proposte e offerte”.
Ancora mercato: “Qualche settimana fa è stato chiesto quando si opererà sul mercato. I desiderata di ogni società sono quelli di trovare giocatori perfetti. Per trovare l’abito necessario serve tempo. Dove si firma per chiuderli tutti al due gennaio i giocatori? L’amalgama si creerebbe anche prima”.
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