Fatta la Serie C, ora bisogna fare il Bisceglie. Per i biscegliesi - a causa del Coronavirus, ahinoi - ci vorrà ancora del tempo. Ma la strada per il club di Racanati è segnata: prima della salvezza, quest'anno l'obiettivo principale dei nerazzurrostellati dovrà chiamarsi dignità. Fa ancora male quanto accaduto nell'ultimo biennio: non tanto per le retrocessioni sul campo (e per come sono maturare, visto che Lucchese e Sicula Leonzio sono fallite a fine stagione), quanto per il modo in cui si è arrivati a toccare determinati picchi. Disaffezione della vecchia proprietà, screzi mai risolti, tentativi di trasferimenti del titolo. Amore ed odio, per farla breve. Ragione per cui, in tanti, speravano (ed auspicavano) un club guidato da sole forze locali, in grado di dimostrare di poter fare e mantenere il calcio cittadino su certi livelli. L'ultimo a riuscirci tra i pro fu Storelli, nella lontana C2 1997/98: dopo di lui fallimento, mancata iscrizione al campionato successivo e ripartenza dalle serie regionali. Per poi riemergere con prepotenza soltanto con l'arrivo di Nicola Canonico. L'imprenditore di Palo del Colle, che piaccia o no, può considerarsi nel suo piccolo un magnate per un territorio come la BAT, ovviamente calcisticamente parlando. La riprova ne sono anche le sorti delle vicine Barletta, Andria e Trani. Ed anche la stessa Molfetta, che soltanto adesso dopo 24 anni ha ritrovato Serie D, passione e tifo grazie ad una dirigenza coraggiosa e volenterosa. E pazienza se il derby coi biancorossi per quest'anno non ci sarà più: i tifosi nerazzurrostellati speravano in tutt'altro ed ora possono dirsi accontentati. Respinti anche i ricorsi di Rende e Pianese al CONI, non c'è davvero più nulla da temere sulla partecipazione alla prossima Serie C. Un campionato che si preannuncia ricco di blasone. Per il tessuto imprenditoriale biscegliese questa non è altro che una grande opportunità da cogliere. 

Ora, come già detto, bisogna fare la squadra da affidare a Bucaro. Possibilmente più competitiva rispetto al passato, nelle mani di un tecnico che cerca riscatto e soprattutto sorrisi, per la prima volta in C dopo le esperienze negative con Monopoli e Sicula Leonzio. Delusioni che fanno da contraltare alla splendida cavalcata verso la C ottenuta in una piazza esigenze come Avellino: un'impresa non da poco, visto che era stata ereditata una classifica ai verbi difettivi nel girone G. Il tempo stringe, ma a brevissimo arriveranno svariate ufficialità: il ds Scuotto non sta un attimo fermo, com'è giusto che sia. E neppure Racanati: il numero uno di Emporio One si sta letteralmente regalando un sogno, lui che è stato in passato un tifoso storico del club, uno di quelli presenti anche nei tempi più bui. Centrare la salvezza sul campo equivarrebbe ad una promozione in B per una squadra più blasonata o competitiva. 

Sezione: BISCEGLIE / Data: Gio 24 settembre 2020 alle 21:15
Autore: Domenico Brandonisio
vedi letture
Print