Un amore a prima vista. Una sorta di colpo di fulmine, inaspettato ma prorompente. Quanto venutosi a instaurare fra Djavan Anderson e il Bari non può che essere descritto in questi termini. Giunto in Puglia in qualità di oggetto misterioso, l’olandese (primo orange a indossare la gloriosa casacca biancorossa) ha impiegato un paio di partite per entrare nel cuore dei tifosi, rispettando in pieno le aspettative legate ad un cognome che, in riva all’Adriatico, ha sempre portato piuttosto bene. Corsa, fisicità, capacità di svolgere entrambe le fasi con simile brillantezza: le caratteristiche di questo terzino classe 1995 hanno inevitabilmente destato le curiosità di svariati addetti ai lavori e acceso le sirene di mercato intorno al suo profilo. Difficile che, però, il tandem Sogliano-Giancaspro possa decidere di privarsi del suo apporto fin da gennaio.

Il legame fra Anderson e i tifosi galletti è esploso fin dal primo istante, in quel di Salerno. Il calendario segnava 4 novembre e Galano e compagni erano reduci dall’entusiasmante vittoria interna contro l’Ascoli. Il lungo infortunio di Sabelli e la non brillante condizione fisica di Fiamozzi costringevano Grosso a inventarsi qualcosa sull’out di destra. Fu in quel momento che si scelse di puntare sulla freschezza dell'ex Cambuur, che a fine partita risultò fra i migliori in campo, raccogliendo elogi e consensi un po' da chiunque e conquistandosi un posto da titolare inamovibile. Poi la consacrazione al San Nicola contro Pescara Foggia, il primo gol con la maglia biancorossa a Novara (in quella che fu la prima vittoria esterna stagionale), fino allo sfortunato infortunio di inizio dicembre contro l'Entella. Tutto in appena un mesetto. 

Oggi fa strano pensare che fino a quattro mesi fa Djavan Anderson non fosse neppure integrato nella folta rosa barese. Passato da un periodo di prova piuttosto lungo, il terzino olandese convinse definitivamente lo staff galletto soltanto ad inizio settembre, qualche giorno dopo la chiusura del mercato estivo. Merito tanto del direttore sportivo Sogliano, abile nello scovare un possibile talento, terminato per varie vicissitudini ai margini del calcio che conta, quanto di mister Grosso, bravo nel gestire al meglio il calciatore e coraggioso nel dargli fiducia al momento adatto. Se Bari e i suoi tifosi si ritrovano in casa un talento dal sicuro avvenire e dal cognome così maledettamente nostalgico, devono rivolgere un sentito ringraziamento ai propri condottieri. 

Sezione: In primo piano / Data: Lun 01 gennaio 2018 alle 14:33
Autore: Antonio Bellacicco
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