Leandro Guaita si racconta tra le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno. L'esterno 33enne del Taranto rivela in che modo sta vivendo questo periodo di pausa forzata a causa del dilagare dell'emergenza Coronavirus: "Trascorro questo tempo come tutti, chiuso nella mia casa qui a Taranto. Siamo ovviamente preoccupati per l’escalation di contagi che si sono registrati in Italia ed osserviamo scrupolosamente le indicazioni fornite dal Governo. Ora la priorità è quella di preservare la salute, per il calcio ci sarà tempo dopo, quando tutto questo sarà alle spalle. È chiaro, però, che nel frattempo cerco di mantenermi in forma attenendomi alle schede di allenamento che settimanalmente il nostro preparatore atletico ci invia. Purtroppo non tutti abbiamo a disposizione giardini o cortili per svolgere attività all’aperto e chi, come me, deve lavorare in casa, è molto limitato".

Passo indietro, poi, a quanto fatto nel corso della stagione con la maglia rossoblù: "Il calcio è uno sport di quadra, e come tale va vissuto e valutato. Da qui si può tranquillamente desumere che il mio rendimento è stato in linea con quello di tutto l’organico. So di aver reso molto meno rispetto al passato, ma purtroppo in questa annata tutto ha girato per il verso sbagliato. A cominciare dalla gara con il Brindisi. Psicologicamente quella falsa partenza ha prodotto effetti disastrosi sul piano dell’entusiasmo. La piazza ha cominciato a mugugnare e, nonostante le successive tre vittorie, non siamo riusciti a mantenere la continuità necessaria. Se le analizziamo tutte, le nostre sconfitte, ci renderemo conto che c’è sempre stato qualche episodio che ci ha penalizzato. L’unica volte, forse, che la fortuna ci aveva baiato le gote è stata quando abbiamo agguantato il pareggio nella gara interna contro il Cerignola. Gioia effimera, subito vanificata dalla sconfitta a tavolino. Anche quella per noi è stata una mazzata. Futuro? Io mi auguro ci sia il Taranto. Spero di avere un’altra opportunità".

Sezione: Taranto / Data: Gio 26 marzo 2020 alle 13:00
Autore: Antonio Bellacicco
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