Un (quasi) biennio ad Altamura gli ha consentito di ritrovare la Puglia dopo averla conosciuta da calciatore ai tempi della sua militanza nel Taranto e nel Gallipoli: Alessandro Monticciolo, classe ’76, è uno dei tecnici rientranti nella categoria “svincolati di lusso”.
Ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com, in esclusiva, l’allenatore toscano ha ripercorso le tappe del suo biennio murgiano, focalizzandosi soprattutto sull’ultima stagione:
“Professionalmente è stata un’esperienza dalla quale trarre tanti aspetti positivi: arrivai in una situazione complicata e con il tempo siamo riusciti a creare un’identità importante. C’è un po’ di rammarico per aver mancato i playoff, ma le circostanze hanno influito in maniera netta sul nostro percorso”.
Mister, ritiene che l’Altamura abbia pagato a carissimo prezzo i tanti casi covid e i diversi infortuni?
“Ritengo che, in primis, sia necessario scindere le dinamiche: nella prima parte del campionato eravamo una squadra, nella seconda un’altra. Nello spogliatoio in 18 hanno contratto il covid, dinamica che ci ha poi costretti a scendere in campo 12 volte in 32 giorni: all’andata tutto questo lo si è vissuto, ma in maniera equa, nel senso che il virus investiva alcuni nostri atleti, ma anche quelli delle altre squadre. Se poi, per infortunio, vengono a mancare elementi del calibro di Spano, Croce, Guadalupi, Russo e Lanzolla, la situazione si complica…”.
A un certo punto della stagione sembrava che l’Altamura potesse spiccare il volo.
“Io stesso ho innalzato il livello delle aspettative: i calciatori hanno dato tutto per raggiungere grandi risultati, a un certo punto eravamo anche in linea per poter centrare qualcosa di importante, poi ripeto, la stagione ha preso una piega diversa, ma ad esempio nelle ultime due partite abbiamo avuto una reazione da grande squadra e ciò l’ho apprezzato tantissimo nonostante la classifica, purtroppo, non ci consentisse più di ambire ai playoff”.
Si aspettava che i dirigenti altamurani, nonostante il loro disimpegno, decidessero invece di continuare a investire?
“Sono questioni che non riguardano più me: dico soltanto che sono assolutamente felice che abbiano proseguito in questa avventura perché la società dell’Altamura è composta da gente che ha entusiasmo e sicuramente questo non può che giovare all’intera realtà biancorossa”.
Molti degli ex tesserati dell’Altamura si sono già accasati in club che puntano a disputare un torneo di vertice.
“Sono contento: se i calciatori dell’Altamura sono stati oggetto del desiderio di società ambiziose, vuol dire che un’idea di gioco è stata riconosciuta e soprattutto apprezzata. L’unico rimasto svincolato sono io (ride, ndr)”.
Mister, a proposito, quale sarà il suo futuro?
“Al momento non so rispondere. Qualche settimana fa sono stato vicino al Bitonto e ho parlato anche con alcuni club che poi hanno riconfermato i rispettivi allenatori. Io ho voglia di crescere: punto ad allenare una squadra che ha ambizione e che punta al salto di categoria. Preferisco aspettare il momento giusto: non posso sbagliare nella scelta”.
Per concludere: lei dopo Altamura-Taranto disse che i rossoblù avevano tutto per vincere il campionato e così è stato. Già quel giorno (31 gennaio) capì che gli ionici avrebbero potuto farcela?
“Avevo affrontato tutte le squadre di vertice e quella più equilibrata e quadrata era senz’altro il Taranto: calciatori come Marsili, Matute e tanti altri sono un lusso per la categoria”.
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