Ha preso il via il campionato di Serie D. Un festival del grande calcio di provincia. Nelle ultime sette edizioni ha vinto una pugliese, dal Bari di Giovanni Cornacchini fino al Casarano di Pasquale De Candia. E tra il 2018 e il 2019 erano state due lucane, Potenza e Picerno, a conquistare il professionismo.
A ripercorrere brevemente la storia della “Serie A” dei dilettanti, si trovano innumerevoli spunti: dalla nostalgia canaglia alle epiche imprese pedatorie
Gli anni Duemila arridono al calcio pugliese (e anche a quello lucano). Dall’anno zero del terzo millennio c’è sempre una pugliese (e/o una rappresentante della Basilicata) a vincere il campionato o a salire in qualche modo tra i professionisti. Anzi, a dire il vero, l’albo d’oro della Quarta Serie si tinge dei colori della Puglia sin dal 1995. Trent’anni di grandi successi, insomma. Seppure il trionfo a volte porta con sé ombre e nebbie, dal Bari sprofondato e vincente nel Girone I del 2019 al Bitonto promosso e bocciato nella primavera del pallone forato dal coronavirus.
Si diceva delle formazioni lucane, da sempre protagoniste dell’Interregionale. Il Potenza ha uno score invidiabile: dopo l’edizione del 1961 (il quarto livello del calcio nazionale venne istituito nel secondo Dopoguerra, stagione d’esordio il 1948/1949), con i rossoblù allenati da Ulisse Giunghi, vince nel 1975 e nel 1978 (Lino De Petrillo, nella seconda occasione sarà sostituito da Alfredo Mancinelli), nel 1988, con Ezio Gaddi che dopo poche partite rileva Savino Parente, (nel 2000 sarà secondo, a 9 dall’Igea Virtus), nel 2004 conclude a -2 dalla Juve Stabia ed è ripescato, e infine nel 2018, al culmine del biennio d’oro di Nicola Ragno che la stagione precedente aveva trionfato con il Bisceglie.
Anche Matera è uno dei mattatori della D: la squadra della città dei Sassi vince nel 68 (trainer Ruggero Salar), nel 76 (Mario Zurlini), nel 91 (Marcello Pasquino) e nel 2014 (Vincenzo Cosco che, sostituito da Antonio Toma, torna e vola a tagliare il filo di lana del traguardo: l’allenatore molisano morirà qualche mese appresso, a 51 anni) e viene ripescato nel 2010, dopo aver concluso il campionato al 9° posto in classifica. Tra le eroine lucane, ovviamente, un posto primario ce l’ha il Picerno diretto da Mimmo Giacomarro, che conquista il Girone H nel 2019, mentre il Bari viene esiliato in Calabria e Sicilia e da allora mantiene il posto al sole della C. Di rilievo anche il successo del Melfi di Andrea Chiappini nel 2003, per non dire del Francavilla in Sinni che, nel 2022, vince il playoff del Girone dopo aver concluso alle spalle del Cerignola dei giganti. Nei microcentri lucani si stagliano personaggi come Donato Curcio a Picerno, Francesco Cupparo e Ranko Lazic sul Sinni.
Veniamo alla Puglia, dopo il coast to coast della sfera di cuoio della Basilicata.
In Quarta Serie troviamo il meglio della provincia grande dell’apulian football. Non si può non cominciare dal Bari, affermatosi nel 1954 (i biancorossi vinceranno anche lo scudetto) e naturalmente 65 anni dopo, nel 2019, scaraventata negli inferi dai guazzabugli di Cosmo Antonio Giancaspro, combatte epiche battaglie in quel di Troina, di Roccella Jonica e di Rotonda, senza dire della indimenticabile sconfitta col Bitonto in Coppa Italia, al San Nicola, colpita e affondata, la Bari, dal siluro Antonio Giulio Picci, e torna a riveder le stelle.
Tra le grandi città ad essersi affermate, Taranto, Foggia, Brindisi e Lecce. Gli jonici vincono nel 1995 (Ivo Iaconi è il tecnico) e sono ripescati nel 2000 (Angelo Carrano), ad esito del duello rusticano con il Campobasso che sopravanzò di un solo punto i rossoblù (e di 5 il Martina, 3°) nella classifica di un Girone H con dodici pugliesi in lizza, un record. La formazione tarantina vince anche nel 2021, con Giuseppe Laterza allenatore. Al termine della stessa stagione, l’Andria, in estate, sarà poi ripescata insieme al Picerno di Ciro Ginestra, 2° a -1 dalla prima classificata.
La prima volta del Brindisi è con la Gioventù, nel 1982. I biancazzurri hanno una storia formidabile: vincono nel 2002, nel 2009 e nel 2023, due anni fa vincendo lo spareggio con la Cavese, dopo un pazzesco inseguimento.
Il Foggia frequenta altri lidi e vince la D unicamente con l’Incédit agli albori dell’Interregionale, nel 1958. Più di recente sarà due volte ripescata, nel 2013 e nel 2020, allorché sostituì il Bitonto e in realtà aggiudicandosi ex post il campionato spezzato dalla pandemia e sprezzato dalle sciocchezze di alcuni atleti neroverdi.
Anche il Lecce ha frequentato tre volte, nella seconda metà degli anni Cinquanta, il massimo livello dilettantistico, vincendo il Girone C (Prima Categoria, c’era anche la Seconda) campionato nel 1958, quando si celebrò l’unica stagione con la denominazione Campionato Interregionale, prima che fosse chiamata IV Serie. I giallorossi concludono al 6° posto (vince Cosenza, Barletta 5°, Foggia 7°) ed è ripescato in C.
La prima pugliese a conquistare la C è il Maglie, nel 1950. La Antonio Maglie nel 1952 avrebbe sfiorato la Serie B, sconfitto nella partita decisiva dal Cagliari. I giallorossi mancano dalla D da un quarto di secolo. I club salentini hanno scritto pagine di storia: il Gallipoli nel 1978 e soprattutto nel 2005, con i giallorossi del patron Vincenzo Barba proiettati verso la B; lo Squinzano nel 1979 rintuzzò le insidie di Aquila e Avigliano nel Girone E; i bianconeri resteranno tre anni in C2; la Pro Italia Galatina nel 1983 con la presidenza di Franco Maglio: i bianconerostellati si fanno cinque stagioni in C2 e nel ’90, con Martinucci alla presidenza sono secondi dietro la Sangiuseppese; il Tricase nel 1997 con Sergio Adelchi alla presidenza e Gigi Boccolini come allenatore; il Nuova Nardò, che aveva perso lo spareggio di Taranto proprio col Tricase l’anno precedente, si aggiudicano il Girone H nel 1998 con Benito Papadia sulla tolda di comando e i gol di Daniele Vantaggiato; il Casarano nel 1980 e qualche mese fa.
Se il Potenza è un serial winner, ha iscritto per ben quattro volte il proprio nome nell’albo d’oro il Bisceglie e il Martina, co-protagonista anche nelle ultime annate. Gli itriani vincono nel 1970 (l’allenatore è Biagio Catalano, che sarà esonerato nel 1974), e poi giusto dieci anni dopo insieme al Casarano, quindi nel 2001 (coach ancora Boccolini) e nel 2012, con Francesco Bitetto in panchina.
I nerazzurro-stellati hanno vinto nel 1960, nel 1971, nel 1986 e nel 2017, con Canonico produttore.
A proposito di albo d’oro, hanno inciso il nome del club anche Molfetta (1951, 1955 e 1990), Barletta (1972 e 2008), Monopoli (1978; nel 2006 sale tra i professionisti vincendo la Coppa Italia, nel 2015 il gabbiano sarà ripescato), Fidelis Andria (1984 e 2015), Fasano (1988, 1993, 1999), Altamura (1989 (la stagione d’oro, con la Coppa Italia conquistata a Senigallia), 1996 e 2024), Manfredonia (2004), Noicattaro (2007, con Tatò commander in chief e Enzo Del Rosso tecnico), Virtus Francavilla (2016) e Cerignola (2022, con Nicola Grieco presidente e Michele Pazienza in panchina).
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