Ci sono vittorie che valgono più di tre punti. Ci sono momenti in cui il calcio diventa emozione pura, sofferenza, liberazione. Dopo oltre tre mesi di attese snervanti, di delusioni e di cadute, la Virtus Francavilla è tornata a vincere. Ed è tornata a farlo nel momento più difficile, quando tutto sembrava remare contro, quando le ombre della crisi si facevano sempre più lunghe.
Il 2-0 contro il Costa d’Amalfi non è solo un risultato, è una dichiarazione d’intenti. È il segnale che questa squadra è viva, che ha trovato dentro di sé la forza di rialzarsi. E gran parte di questo merito va a Tommaso Coletti, il condottiero che, in punta di piedi, ha preso per mano la Virtus nel suo momento più buio e le ha ridato luce.
Quando Coletti è arrivato, il gruppo era sfiduciato, ferito. Non bastava lavorare sulla tattica, sugli schemi, sulla tecnica. Bisognava toccare le corde più profonde dell’anima di questa squadra, farle ritrovare la voglia di lottare, di crederci. Il tecnico non ha alzato la voce, non ha stravolto nulla. Ha parlato con gli occhi, con il cuore, con il suo calcio. Ha ricostruito pezzo dopo pezzo la mentalità di un gruppo che aveva smarrito sé stesso.
E domenica, finalmente, la Virtus ha risposto presente. Con coraggio, con determinazione, con l’orgoglio di chi sa di avere sofferto troppo. Le reti di Sirri e Gjonaj sono il simbolo di questa rinascita, il suggello di un percorso iniziato settimane fa, lontano dai riflettori, tra le mura di uno spogliatoio che aveva bisogno di ritrovare la sua identità.
Ma la cosa più bella è che questa squadra sta finalmente prendendo forma, sta iniziando a riconoscersi, a credere nel proprio gioco. E lo sta facendo anche grazie ai suoi giovani, ragazzi come Latagliata, Baglivo e Albano, che con il loro entusiasmo e la loro freschezza stanno portando nuova linfa a un gruppo che ha deciso di non arrendersi.
Ora, però, viene il difficile. Domenica c’è il Fasano, e sarà il banco di prova più importante: perché vincere una volta è bello, ma dimostrare che non è stato un caso lo è ancora di più. Coletti lo sa, la squadra lo sa. La strada è ancora lunga, ma adesso c’è una Virtus diversa. Una Virtus che non ha più paura. Una Virtus che, finalmente, ha ritrovato il suo cuore.
Autore: Christian Cesario / Twitter: @otherside1993
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