Martedì vivrà il suo primo atto il calciomercato dei dilettanti. Un mercato indubbiamente povero, sia a causa del periodo che dal coronavirus, pandemia che anche quest’anno impone ai club di non aprire gli stadi e quindi di non usufruire degli introiti maggiori dovuti agli spettatori e agli sponsor. Al netto di ciò abbiamo avuto modo di intervistare uno dei più importanti operatori di calciomercato del nostro palcoscenico calcistico, ovvero Luigi Savona. Con egli abbiamo avuto modo di parlare ad ampio raggio del girone H di Serie D e di quella che sarà la finestra di calciomercato che avrà inizio martedì 1 dicembre e terminerà il 26 febbraio prossimo.
Buon pomeriggio Luigi, un momento complicato per tutti a causa della pandemia. Come ci racconteresti questo periodo dal tuo punto di vista?
“Anzitutto bisogna specificare che il coronavirus ha penalizzato molte squadre, perché spesso si giocavano gare in cui si mettevano di fronte squadre in forma ed altre meno. Lo scorso anno siamo stati sorpresi da questa pandemia, ma non solo noi, bensì tutto il mondo. Quest’anno sicuramente abbiamo patito le conseguenze di quanto accaduto nella scorsa annata: qualche presidente decise di continuare a pagare i calciatori nonostante il blocco, e a causa anche di tali sforzi il calciomercato estivo nei dilettanti e non, ha subito una forte frenata. Ciò è avvenuto perché i presidenti hanno per prima pensato a quanto accaduto nella stagione precedente ed essendo consapevoli che si sarebbe potuto ripetere un blocco, hanno acquistato giusto per prender parte al campionato corrente”.
Il mercato nel girone H in particolar modo ha visto trasferimenti onerosi e ingaggi davvero molto ricchi. A nostro avviso si è comunque trattato di un calciomercato differente, te cosa ne pensi?
“Già lo scorso anno il mercato del raggruppamento H di Serie D si è rivelato differente confronto a quello che veniva operato nei restanti gironi della quarta divisione. Infatti la Puglia nell’ultimo decennio ha superato di gran lunga altre regioni come la Campania, quest’ultima molto forte a livello economico e ricca di piazze prestigiose. Questo fattore deriva dalla presenza di squadre nel dilettantismo che non riesci a riscontrare tra i professionisti. Sicuramente quando ti ritrovi in piazze del calibro di Taranto, Casarano, Brindisi e Andria il popolo si aspetta sempre l’acquisto da parte della società di calciatori che possano sempre far fare il salto di qualità e sudare la maglia. I tifosi in queste piazze hanno un solo amico, il risultato”.
Passando al calcio giocato, a suo avviso quali sono le favorite del girone H di Serie D?
“Nel girone H vedo favorite Casarano e Lavello. Le serpi perché contano in organico calciatori di categorie nettamente superiori, I lucani dal momento in cui hanno in rosa atleti che nelle scorse annate in questa categoria hanno vinto i campionati o comunque fatto molto bene a livello di prestazioni personali. A mio avviso queste due lotteranno fino a fine stagione per vincere il campionato e saranno seguite da Taranto, Bitonto e Andria. Le prime due seppur non abbiano fatto un mercato eclatante come accaduto nelle scorse annate, nel corso delle quali economicamente usufruivano di cifre maggiori. I neroverdi se non fosse stato per il blocco novembrino sicuramente si sarebbe ritrovato a 15/16 punti dalla vetta, mentre ad oggi con un mese di fermo, Ragno ha avuto modo di recuperare il tempo mancatogli all’inizio e che non gli ha permesso di imprimere i suoi valori e il gioco alla squadra. Il loro presidente a livello economico ci ha fatto capire negli anni precedenti di poter vincere e spendere molto, infatti il Bitonto dopo degli acquisti importanti ha cominciato a far bene tanto da trovare due vittorie di fila”.
Forse si è dimenticato del Picerno...
“Il Picerno è una squadra che può dire la sua dietro a Lavello e Casarano. Agli occhi dei tanti rimane impresso il campionato vinto con netta superiorità tre anni fa, ma quest’anno vedendo altre squadre che si sono rafforzate in maggior modo, penso che i rossoblù potranno dar fastidio fino alla fine anche se non credo possa vincere il campionato”.
Le sorprese invece?
“Le sorprese possono essere Molfetta e Brindisi, perché entrambe hanno fatto un mercato puntato ad acquistare calciatori motivati. Inoltre ambe due hanno optato per dei tecnici giovani i quali hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione”.
Nardò e Cerignola invece che hanno rialzato la china nel corso dei recuperi?
“Sia Nardò che Cerignola pagano lo scotto di far parte del girone H, un raggruppamento molto simile alla Serie A. Cioè, se in altri gironi avresti dovuto affrontare una sola squadra da battere, in questo sei costretto a star dietro a tre o quattro formazioni che in estate hanno lavorato per primeggiare. Mi piacerebbe anche esprimere un pensiero per una squadra campana che in questo girone da qualche anno sta facendo molto bene e che anche quest’anno sta confermando le proprie ambizioni e capacità, ovvero il Sorrento. Nel coso della domanda penso che questo sia il raggruppamento più difficile dell’intero campionato di Serie D, sia nel caso in cui una squadra volesse vincerlo che in quello in cui una cercasse di salvarsi”.
Da campano doc, cosa ne pensi delle varie formazione a te conterranee che prendo parte a questo gruppo?
“La Puteolana quest’anno ha patito molto la situazione societaria, difatti ha preso un buon tecnico solo nelle ultime ore; si tratta di un profilo ingamba e ben navigato, ma se non acquisti calciatori di categoria non penso che il tecnico per quanto possa esser bravo sia capace di far bene. Il Sorrento da anni dimostra di poter stare al ridosso della prima posizionata, e sarà l’unica delle capane capace di insidiare i grandi club del girone. Loro ogni anno fanno bene nonostante si privino di giovani molto importanti di loro proprietà e bisogna dargli atto di quanto fatto e di quanto stanno facendo. L’Aversa è una grande piazza, ma al netto del suo organico penso che a lungo andare possa rivelarsi una spina nel fianco e togliere punti importanti alle squadre più forti. Questo dimostra le vere difficoltà del raggruppamento H, che non ti dà certezze, in qualsiasi campo tu vada”.
Manca il Portici…
“Si tratta di una squadra basata su molti giovani, che come l’Aversa potrà solamente prendersi qualche soddisfazione facendo punti con grandi club. Sono certo che farà parte, come di solito mi piace esplicitare, di quelle compagini che fanno parte dell’altra parte della classifica. Negli scorsi due anni era tra le favorite perché investiva e la piazza era entusiasta di veder la propria squadra tornare a disputare un campionato così importante”.
Dando un’occhiata al futuro immediato, cosa potrebbe raccontarci il prossimo calciomercato?
“Il mercato di dicembre e gennaio offrirà ben poco, perché dando un’occhiata ai gironi, molte squadre non hanno giocato visto il blocco dedicato ai recuperi. Questi giocatori che non stanno giocando e che in precedenza non hanno trovato molto spazio difficilmente potranno trovare un’altra collocazione in quarta serie. Come accaduto già in estate, questa finestra andrà a privilegiare quelle compagini che hanno una fortezza economica dietro e che già negli scorsi mesi hanno investito per vincere il campionato. Magari le uniche trattative potranno riguardare quei calciatori big che compaiono nei club che hanno speso abbastanza, e che non hanno fatto bene; ecco, loro potrebbero rilanciarsi in squadre meno ambiziose”.
Per concludere, l’attacco del Taranto piange causa diversi infortuni. Cosa ne pensi?
“Loro hanno patito i problemi societari che hanno coinvolto il presidente Giove. Montervino ha fatto un grande lavoro, e di certo non era facile, dato che in questa occasione gli è toccato anche mettere la faccia per sostituire la presidenza, pur di convincere i giocatori a sposare il progetto Taranto. Gli atleti arrivani fino ad ora hanno fatto discretamente bene, ma in attacco, sarà difficile trovare un buon profilo visto che in questo momento quelli bravi se li tengono stretti le società proprietarie del cartellino, quindi ti devi inventare il nuovo attaccante, come accaduto per Alfageme che seppur un passato glorioso arrivava da anni poco prolifici. Ciò nonostante loro hanno puntato su di lui nella speranza che potesse far bene”.
Autore: Simone Cataldo / Twitter: @SimoneCataldo12
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