Intervistato da Onefootball, l'ex Bari e Lecce Jaime Valdes è tornato sulla sua avventura in Italia svelando qualche retroscena: “Ho condiviso due tappe della mia vita con Antonio Cassano. Nella prima eravamo entrambi giovanissimi: penso che lui avesse 17 anni, mentre io 18 o 19. Era molto strano perché all’epoca io, che ero appena arrivato, parlavo poco italiano e lui… Beh, nemmeno lui parlava in italiano. Parlava in dialetto barese di cui si capiva davvero poco, ma senza dubbio si poteva intuire il talento incredibile di quel ragazzino. Si vedeva che era un fuoriclasse, anche nello spogliatoio. Aveva 17 anni e si faceva sentire con i compagni, nonostante non si capisse nulla di quel che diceva. Poi ci siamo ritrovati nel Parma, dopo che lui aveva giocato nella Roma, nel Real Madrid e nel Milan… Allora sia io che lui parlavamo un italiano migliore. La sua personalità non era cambiata, ma penso che fosse cresciuto molto a livello professionale. Ho incontrato un Antonio molto più generoso, impegnato nella squadra e vincente: questo si percepiva in campo. Voleva sempre il pallone, lo chiedeva con insistenza, a volte anche troppo. Senza dubbio con le sue qualità avrebbe potuto fare una carriera nettamente migliore. Era un giocatore in grado di fare qualsiasi cosa volesse con il pallone, anche vincere partite da solo".
Sui tre compagni più forti: "Nella mia carriera ho condiviso lo spogliatoio con Sanchez e Vidal, ma anche con Crespo, Zamorano, Amauri, Marcelo Salas, Vucinic, Parolo… Dirne solamente tre sarebbe molto egoista da parte mia, perché ho giocato con grandissimi calciatori. Un giocatore spettacolare a livello di tecnica e di classe è Sebastian Giovinco. Parlando di gol segnati, non posso non parlare di Bobo Vieri, un fenomeno sia in campo che nello spogliatoio. E poi c’è Cassano… Ecco, questi tre sono i calciatori più speciali che mi vengono in mente”.
Autore: Redazione TCP / Twitter: @redazionetcp
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