A volte le immagini valgono più di mille parole. E bastano - quelle immediatamente successive al pareggio maturato al 95' - per racchiudere una partita, un sentimento che è stato una costante per tutto il tempo trascorso. Bari-Cagliari è stata l'immagine di una gara di pura sofferenza, frustrazione: dal 2' al 94'. Prima la sfortuna - ma anche un buco difensivo - e poi il sospiro di sollievo, la liberazione. La squadra, se barcolla, quantomeno poi non molla. Trovando la forza di rimettere le cose a posto. E questo è un segnale importante da cogliere in vista del futuro: vuol dire che miglioramenti rispetto ad altre uscite simili a questa ci sono. Una su tutte? Palermo. Per questo l'1-1 val bene una prova di maturità.
Abile il mister sardo, Claudio Ranieri: la sua esperienza è stata determinante. La rete iniziale di Lapadula gli ha facilitato i compiti, impostando una gara intera difendendosi con compattezza ed organizzazione, cambiando in corso d'opera il modulo tattico almeno tre volte: dalla difesa a tre a quella a quattro, con cinque uomini in fase di non possesso. La falsa partenza biancorossa fa dal canto suo il paio con il prosieguo di partita. Se nel primo tempo non c'è stato alcun tiro in porta, nella ripresa si è visto qualcosa di meglio: su tutti i colpi di testa di Cheddira prima e Benali poi, terminato davvero a fil di palo. Lo stesso ex Brescia ha un po' sofferto la presenza di Rog. È forse anche una questione di ansia che ha giocato un brutto scherzo? A sentire Mignani si, anche se questo è stato facile notarlo da semplici spettatori.
Difficile inoltre trovare spazi concreti quando hai difronte avversarie che non ti fanno giocare. Questo è sicuramente segno di timore e rispetto: annullare il gioco altrui è talvolta una forma di consapevolezza. L'espulsione di Lapadula ha aiutato a lungo andare. La bravura del Bari consisteva nello scardinare il muro: operazione riuscita. Maiello è stato determinante nel procurare il rigore poi trasformato da Antenucci (anche qui: sempre una questione di mestiere ed esperienza...), ma una nota di merito va anche a Morachioli. Perché dai suoi spunti e dai suoi cross sono partite le iniziative pericolose nel finale. Peccato solo che il rigore (ma anche il suo ingresso) sia arrivato troppo tardi.
Le immagini a fine partita, dicevamo. L'abbraccio di Antenucci con il resto della squadra lo certifica: unione, compattezza. Perché il pareggio è stato fortemente voluto. Cercando di giocare a calcio in una situazione difficile, ma riuscendo a trovare anche accortezza. La squadra ha carattere: non è cosa da poco. Altre formazioni avrebbero accusato il colpo colando a picco. In vista del Brescia si riparte da qui.
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