C'è una partita nel campionato di serie D, che si sta ancora giocando dopo il triplice fischio di domenica 30 ottobre. Brindisi – Afragolese sembra non voler terminare, anche se sul campo (in condizioni adeguate o meno, un po' campo di patate ma non certo un “cesso” come è stato volgarmente definito dal presidente della società campana), il risultato ha premiato la squadra allenata da Ciro Danucci. E' finita 2 a 1 con il gol in pieno recupero di Zampa (una “zampata vincente” se ci consentite questa ironica digressione) che, inevitabilmente, ha lasciato l'amaro in bocca all'Afragolese. Ma si è passati dalla delusione, sportiva, alle invettive verbali, dopo i momenti di tensione vissuti anche sulla tribuna centrale del “Fanuzzi”, con i dirigenti delle due società che sono quasi venute a contatto. Vicenda che lunedì ha avuto il suo strascico inevitabile di comunicati, da parte dell'Afragolese e di chiarimento e risposta per conto del Brindisi, ma che pensavamo fosse anche terminata.

Invece la partita verbale è proseguita con le dichiarazioni, pesanti e al limite dell'offesa personale (anzi quel limite crediamo sia stato anche in parte superato) da parte del presidente dell'Afragolese. Non abbiamo nessuna intenzione di scendere su questo terreno della discussione, né tanto meno vogliamo ergerci a censori di chicchesia. Ma ci deve essere consentito di sottolineare che anche per colpa di queste polemiche da cortile che il calcio ha perso il suo appeal nei confronti di decine di migliaia di persone. I dirigenti delle società a parole vorrebbero gli stadi che possano essere luoghi di aggregazione delle famiglie e con le parole, frequentemente, accendono gli animi dei tifosi, creando quel clima di tensione che continuerà a tenere lontano gli spettatori. Non sappiamo se il presidente dell'Afragolese abbia espresso quei giudizi sullo stadio “Fanuzzi” e sul presidente del Brindisi, Daniele Arigliano, in preda alla rabbia sportiva di aver perduto una gara in pieno recupero. Sappiamo, però, che se sulle condizioni del terreno di gioco potrebbe trovare anche qualche alleato anche in serie A (si lamenta Sarri dell'Olimpico, figurarsi se non può farlo il presidente dell'Afragolese sullo stadio di Brindisi), non credo strappi applausi per i giudizi espressi sul presidente Arigliano e sulle sue capacità professionali.

Cosa c'entrano con una gara di calcio? Cosa c'entrano con una sconfitta, seppure beffarda, subita in pieno recupero? E se Arigliano fosse un imprenditore illuminato nel settore lattiero-caseario, potrebbe comunque essere presidente di una società di calcio o c'è una legge in Italia che lo vieta? Crediamo che sia arrivato il tempo di terminare questo Brindisi-Afragolese anche fuori dal terreno di gioco. E se qualche cattivo pensiero attraversa i dirigenti delle due società, lo tengano per sé e non lo diano in pasto alla comunicazione di oggi. Lo sport ha emesso il suo verdetto, la giustizia ordinaria (se qualcuno vorrà rivolgersi sentendosi diffamato dalle parole pronunciate o scritte dopo quella partita), ci farà sarà a tempo debito chi avrà avuto ragione e chi torto.

Sezione: L'editoriale / Data: Mar 01 novembre 2022 alle 16:32
Autore: Salvatore Petrarolo
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