di Dennis Magrì
Burak Yilmaz è stato il sogno di mercato di Saverio Sticchi Damiani e del Lecce la scorsa estate. Una trattativa lunga, non semplice da portare a termine e nella quale l’ormai ex direttore sportivo dei giallorossi, Mauro Meluso, ha impiegato non poche energie. E quando tutto sembrava pronto per essere definito, l’improvviso e brusco stop. Dire, poi, come sarebbe andata in campionato con una punta di peso ed esperienza come il turco non è dato saperlo.
Chi ha lavorato per raggiungere l’intesa tra tutte le parti in causa è Alessandro Alberti, intermediario dell’operazione tra il Besiktas – ex squadra di Yilmaz, oggi al Lille – e tra le altre cose colto sotto la sede del club bianconero proprio con Mauro Meluso in quello scatto che divenne… celebre. E per la prima volta l’agente italiano dell’ex centravanti, tra le altre, di Trabzonspor e Galatasaray parla, lo fa in esclusiva ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com.
Alessandro, ci pensa ancora al tormentone dell’estate 2019?
“Certo che ci penso. Evidentemente era un matrimonio che non doveva celebrarsi...".
Come è nato il tutto?
“Lavoravo per Yilmaz da sei mesi in Italia. Proprio qualche giorno dopo la partita vinta con lo Spezia, che diede al Lecce il via libera per l'approdo in Serie A, contattai Meluso per congratularmi. Lui, in altri discorsi, mi manifestò la voglia di prendere un calciatore importante, io gli parlai di questa opzione. Rimase stupito…”.
Come mai?
“Beh, vista l’importanza del calciatore sembrava un qualcosa di irraggiungibile per una neo-promossa. E poi ne parlai subito anche con Yilmaz”.
La sua risposta?
“Burak mostrò subito interesse per il Lecce”.
Quale fu il primo passo?
“Andammo a vedere la partita a Konya, c'era l’amichevole tra Turchia e Francia, era l’8 giugno. Per avere un primo contatto con il calciatore, Meluso voleva vedere il giocatore dal vivo. Lì incontrammo per la prima volta Burak. Successivamente andammo a Istanbul, il giorno della famosa foto”.
E lì cosa accadde?
“La volontà del calciatore era quella di sposare il progetto del Lecce, c'era anche la bozza di contratto. Insomma, c’erano tutte le condizioni affinché la cosa andasse a buon fine. Anche la grande risposta degli abbonati aveva stuzzicato, e non poco, il calciatore: aveva capito che lo stavano tutti aspettando”.
E poi?
“Voglio precisare che non si fece male. Lui si sottopose a un piccolo intervento preventivo, al metatarso per evitare fratture dovuto a un edema mai assorbito nel periodo estivo. A fine stagione ci sarebbe stato l'Europeo. Iniziò la riabilitazione accelerando i tempi, che poi crearono un ulteriore problema e lo tennero fermo fino alla metà di settembre. Ma ci fu un episodio chiave in tutto questo…”.
Quale?
“L'amichevole giocata in Austria, quando il Besiktas iniziò la preparazione, contro l’Udinese. Burak avrebbe dovuto giocare circa una mezz’oretta; invece, complice anche la presenza del c.t. della Turchia sugli spalti, giocò oltre un’ora. Sovraccaricò l’arto e dovette star fermo: era il momento in cui il calciatore sarebbe dovuto andare a Lecce. Questo contrattempo fece saltare l’operazione”.
Come mai, visto che si trattava solo di un sovraccarico?
“Perché il Lecce avrebbe preso un calciatore in quel momento infortunato, con un salario che sforava ogni logica di bilancio. Era il calciatore che voleva il presidente, l’allenatore, la società. E io li capisco perfettamente, questo ci tengo a precisarlo. Probabilmente se si fosse trattato di un attaccante che avesse percepito un decimo di ciò che era stato pensato per Yilmaz, lo avrebbero preso ugualmente. È andata male, per il calciatore e per il Lecce. Un vero peccato, ci abbiamo messo il massimo impegno”.
Come sarebbe andata con lui?
“Con i calciatori che poi avrebbe avuto accanto a Lecce, e con il gioco offensivo di Liverani, sarebbe andato tranquillamente in doppia cifra. Senza nulla togliere a chi poi a Lecce è arrivato successivamente”.
E nei mesi dopo?
“Non c’erano più le condizioni economiche, il Lecce era già andato extra-budget. Era un’operazione, vista l’importanza, che andava conclusa a giugno. C’è stato grande rammarico, la fortuna non ci ha assistito”.
Ad un certo punto era Yilmaz a spingere. È vero?
“Voglio precisare una cosa: Burak voleva assolutamente trasferirsi a Lecce. Lui ha sempre manifestato questo desiderio. Si sarebbe anche svincolato dal Besiktas, l'unico problema è stato l’infortunio. Anche se il Lecce, dopo la prima sosta di settembre, avrebbe avuto un calciatore fisicamente a posto”.
E quest’anno il Lecce che le pare?
“L’ho visto giocare contro il Pescara: quando la squadra di Corini affonda in velocità è irresistibile. E secondo me, se dà continuità, può vincere il campionato con venti punti di distacco dalla seconda. Gli auguro di tornare quanto prima in Serie A”.
Oggi Yilmaz?
“È secondo in Ligue 1, sta giocando per il titolo e sta facendo benissimo. Lui, nella Serie A italiana, avrebbe avuto un grande rendimento. Oggi si va sempre alla ricerca di giovani, ma quando hai una della sua portata in avanti… Basti vedere Quagliarella e Ibrahimovic: in Italia fanno ancora la differenza. Era una grande opportunità, evidentemente era un matrimonio che non doveva celebrarsi…”.
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