Idee chiare, concetti di gioco da imporre ovunque, la grinta di Conte e tanto studio: Antonio Calabro ha messo in mostra anche in queste prime giornate di Lega Pro il suo essere predestinato a diventare un grande allenatore. Ha collezionato 100 panchine con la "sua" Virtus Francavilla, ma scherzando ritiene di averne 102. Quel 100 potrebbe anche essere un voto, con lode sia chiaro, ai primi anni di carriera del giovane tecnico originario di Melendugno. Fare meglio di così sarebbe stato impossibile: vincente nel dna, lo ha fatto ovunque sia stato. Prima a Gallipoli, poi a Francavilla: dall'Eccellenza alla Lega Pro. E arrivato tra i professionisti, non ha snaturato il proprio modo di giocare a calcio: la Virtus gioca come una big, ed è quinta alle spalle delle grandissime del girone. I biancoazzurri sono una sorpresa atipica: costruita sul lavoro, sullo scouting di Stefano Trinchera, capace di andare a scovare giovani promesse e calciatori di prospettiva, e sulle idee tattiche di un predestinato. Ma non parlate di "favola", semmai di sogno: messo su con il sudore, con la voglia di arrivare.

3-5-2, un attaccante trasformato in interno di metà campo, due esterni a tutta fascia che macinano kilometri, un regista che sbaglia poco e un terzetto difensivo di grande esperienza. Il copione è lo stesso delle ultime annate, la squadra ha un'identità precisa, che non varia mai. Cerca di imporsi anche in trasferta, con intelligenza. "Fare la partita non vuol dire sempre avere la palla", ripete Calabro ai suoi. Trasmette grinta da bordo campo, sembra avere un joystick per telecomandare i propri ragazzi. Seguace di Antonio Conte, allenatore preferito, ha preso da lui il modulo degli anni d'oro della Juventus e ci ha aggiunto il proprio modo di intendere il calcio, il proprio studio. Chi ingenuamente continua a chiedersi quale sia il segreto di questa Virtus dovrebbe guardare in panchina. Nasce tutto da lì. Da un allenatore predestinato, che da tecnico sa solo vincere e che sta scrivendo una favola bellissima. 

Sezione: In primo piano / Data: Lun 26 dicembre 2016 alle 20:05
Autore: Giuseppe Andriani / Twitter: @peppeandriani
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