Un momento così delicato l'Italia non lo viveva da molti anni. Nel mio ultimo editoriale, prima che venisse presa la decisione di fermare il calcio, non mi spiegavo il motivo per il quale non fosse ancora arrivato uno stop da parte della Lega. Ci ha pensato il Governo, per fortuna. Era incomprensibile preferire gli interessi personali alla salute di calciatori, allenatori, magazzinieri, dirigenti, arbitri e guardalinee. Lo scorso weekend ci hanno perso tutti. E sono anche arrivati i primi casi di contagio: da Rugani a Vlahovic, passando per il caso Samp.  

Eppure, a distanza di qualche giorno, ciò che rimane del calcio sono le polemiche. I battibecchi fra chi, ancora una volta, pensa ai propri interessi: chi vuole i play-off e chi i play-out nel campionato di Serie A, chi preferirebbe ibernare il campionato e passare già al prossimo. La salute in secondo piano. Ci pensiamo a partire da domani, ogni giorno. Perché?! 

In Serie C, invece, ci si domanda quale sarà il futuro delle squadre attualmente in zona play-off, visto che il presidente Ghirelli ha aperto alla possibilità che questi vengano annullati. Quale sarebbe il senso di concludere i campionati, a questo punto? E se dovesse essere confermata in blocco l'attuale Serie A, chi glielo spiega al Benevento che ha praticamente vinto la B già prima di iniziare la stagione? Ma soprattutto: perché vengono affrontati oggi questi temi, tra le varie paure che sta vivendo il nostro Paese? Discorsi inutili, senza senso. Senza conoscere la vera data di ripresa dei campionati, perché dipenderà tutto dalla salute. Tra illusioni e chiacchiere, quando ogni tanto basterebbe dare priorità a ciò che davvero conta.

#RESTIAMOACASA #ANDRÀTUTTOBENE

Sezione: L'editoriale / Data: Ven 13 marzo 2020 alle 21:43
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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