A margine della conferenza stampa con la quale mister Luigi Panarelli ha voluto salutare l’intero ambiente rossoblù (leggi QUI), il tecnico tarantino ha fatto anche un bilancio della sua esperienza sulla panchina del Taranto, parlando anche della mancata riconferma per la prossima stagione.
“La mancata riconferma, per me, è stato un fulmine a ciel sereno. Il presidente, dopo la sconfitta col Francavilla, aveva detto che avrebbe cambiato tutto lo staff tecnico qualora non si fosse riusciti a vincere i playoff. Mi sono sempre messo in discussione ma nessuna scelta è mai stata forzata: mi sono sempre sentito di prendermi le mie responsabilità per quella che è la mia situazione. Sono abituato così”.
A chi paventa dei “problemi di spogliatoio”, Panarelli risponde così: “Non ho avuto problemi con nessuno, se ci sono stati gli ho risolti direttamente con gli interessati: d’altronde, i panni vanno sempre lavati in casa. È chiaro ed evidente che, nelle ultime domeniche, qualcosa è venuta a mancare: non ho visto quella squadra che si è ben comportata per l’intero arco del campionato. Ci sono state tante situazioni che ci hanno accompagnato durante l’anno: le sentenze hanno fatto anche il loro dal punto di vista psicologico. Noi abbiamo sempre preparato tutte le sfide alla stessa identica maniera: la testa si è svuotata ad alcuni giocatori che, magari, non sono riusciti a tenere il ritmo per tutta la stagione. Il mio più grande rammarico? Avrei voluto iniziare dall’inizio, lo volevo fortemente: è l’unico rammarico che ho relativamente a questa stagione”.
Panarelli torna a parlare, poi, dell’annuncio del Presidente, in diretta tv, di non riconfermarlo per la prossima stagione: “L’annuncio del Presidente? Lo conosco, è una persona passionale: mi sono rapportato con lui anche 7/8 volte al giorno. Il modo può essere condivisibile o meno ma va capita la persona che ci ha messo la passione in quest’esperienza. L’ho sentito ieri mattina dopo quattro giorni di silenzio, c’era tanta amarezza: lui è il capo, rispetto la sua decisione. I sacrifici sono stati tantissimi. Sono molto addolorato per l’epilogo della stagione ma ero consapevole che, intraprendendo questo ruolo, potevo incorrere in questo. Credo che la partita di domenica scorsa non debba offuscare quanto di buono abbiamo fatto durante la stagione: col Cerignola abbiamo disonorato noi stessi e la maglia”.
Tornando sulla stagione del Taranto, Panarelli ha analizzato il campionato degli ionici: “Abbiamo perso dei punti strada facendo, specie nel girone d’andata: guardando il nostro cammino, abbiamo avuto anche un susseguirsi di risultati favorevoli ma ciò non è bastato. Dopo Savoia, ero convinto delle potenzialità di questa squadra: pensavo che potessimo vincere il campionato. Con Gianluca (Triuzzi, ndr) riscontravo delle analogie con la stagione 1994/1995 quando, con la Scafatese, ci imponemmo allo “Iacovone” davanti ad una cornice di pubblico impressionante. Se guardiamo il risultato finale, c’è sicuramente delusione per la mancata vittoria del campionato ma dobbiamo ammettere che il Picerno ha fatto qualcosa di straordinario. Mi auguro che il Taranto arrivi quanto prima nelle categorie che merita: sono dispiaciuto di non essere stato l’artefice nel raggiungimento di questo risultato, abbiamo fatto tanto di buono ma non è bastato. Bisogna ripartire da qui per fare grandi cose, dando il benvenuto a chi sarà il mio successore sulla panchina del Taranto”.
Sulle scelte tattiche e sulle formazioni messe in campo durante il campionato, il tecnico spiega così le sue scelte: “Io non ho mai cambiato 8/11 della formazione: durante la settimana valuto tutti e vedo cosa cambiare, in funzione anche della regola degli under, infortunati e squalifiche. Non era facile tenere tutti sulla corda, allenati e preparati nella stessa maniera tatticamente e tecnicamente. Il calcio si è evoluto: non c’è più l’undici titolare di una volta. È chiaro che, ogni settimana, dovevo valutare il lavoro e gli uomini da schierare in base anche alle attitudini degli avversari. Non lavoro sui sistemi di gioco ma sui principi. Siamo partiti con un 4-2-3-1 ma questo schema prevede anche delle sovrapposizioni da parte dei terzini, adottando quindi più sistemi di gioco durante un incontro stesso”.
Interrogato sul suo futuro, l’allenatore 43enne risponde così: “È passato così tanto poco tempo, magari tutti avrebbero pensato in una mia riconferma al Taranto: non ho ricevuto nessuna chiamata da alcuna società sino ad oggi”.
Autore: Christian Cesario / Twitter: @otherside1993
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