Una settimana fa, proprio in questa sede si definiva il pareggio rimediato dal Bisceglie nel finale di gara contro il Catania un buon viatico, per i ragazzi di Sandro Pochesci, per provare a invertire la rotta. La partita di domenica contro la Virtus Francavilla ha mandato in frantumi questo auspicio, con un risultato negativo e una prestazione tutt’altro che confortante.

Se al “Massimino” Piccinni e compagni avevano trovato la forza per raddrizzare una partita messasi male, al “Ventura” contro i messapici il passo indietro è stato vistoso e, a tratti, preoccupante. Poche le occasioni costruite, di cui la più pericolosa nel primo tempo sugli sviluppi nel calcio piazzato a fronte di una ripresa fatta di sponde del subentrato Ebagua e poco (pochissimo) altro. Per non parlare dei pericoli corsi, visto e considerato che solo l’imprecisione e la traversa hanno fatto sì che al termine del primo tempo la Virtus Francavilla fosse in vantaggio di appena una rete. Lo stesso Pochesci, in sala stampa, ha dovuto ammettere l’involuzione sul piano del gioco e dell’atteggiamento dei suoi ragazzi. E con Teramo, Bari e Monopoli alle porte, più la sfida di Coppa Italia a Caserta, la situazione non è certamente delle più rosee.

E i chiari di luna non migliorano se poi si passa all’extra-campo. E qui mi preme fare una premessa, ribadendo un concetto già espresso in altre occasioni. Quanti mi seguono e hanno la pazienza di leggermi in questa sede da due anni a questa parte sanno che non ho preconcetti. Non ne ho nei confronti dei tifosi biscegliesi, ai quali non smetterò mai di essere grato per i tanti attestati di stima ricevuti personalmente o tramite i social. Allo stesso modo non ne ho nei confronti di una società della quale talvolta ho condiviso le scelte e talvolta le ho criticate, ma sempre in maniera schietta, libera e, soprattutto, rispettosa. Questa precisazione, magari superflua per quanti mi conoscono, mi serve per dire quello culminato nella contestazione al termine di Bisceglie-Virtus Francavilla e nel duro comunicato di Nicola Canonico nella giornata di ieri è un clima che non fa bene a nessuno, a cominciare da una squadra che ha bisogno di lavorare in maniera serena per provare a raddrizzare una stagione che dopo un inizio promettente e ricco di entusiasmo rischia di prendere una piega molto preoccupante.

Sicuramente i toni trionfalistici che hanno salutato l’inizio della stagione sono stati eccessivi, benché comprensibili dopo la riammissione in C. Così come certi giudizi sull’effettivo valore della rosa allestita dalla società in estate sono stati azzardati. Ma una campagna acquisti sbagliata, un cambio di allenatore e una serie di prestazioni oggettivamente negative non possono e non devono essere il pretesto per toni andati decisamente oltre il limite della liceità. Le ultime due stagioni, del resto, sono lì a dimostrare che cosa succede quando le diverse componenti che gravitano intorno alla squadra si muovono nella stessa direzione e che cosa, invece, succede in caso contrario.

La caccia all’uomo, citando il comunicato di Nicola Canonico, non serve. A nessuno, squadra e allenatore in primis. E se davvero il confronto chiesto dalla tifoseria organizzata dovesse avere luogo, l’auspicio è che sia un confronto schietto e serrato, ma soprattutto rispettoso e costruttivo.

---> Per seguirmi su Facebook, CLICCA QUI!

Sezione: L'editoriale / Data: Mar 29 ottobre 2019 alle 00:00
Autore: Vincenzo Murgolo / Twitter: @@VincenzoMurgolo
vedi letture
Print