Il Taranto è rock, il Taranto è solido, vince perché va come un treno quando la partita sembra essersi maledettamente complicata. Il Taranto ha carattere, perché altrimenti sul campo di questo Brindisi non vinci, soprattutto dopo che Ruben Nives ti fa capire che l'inerzia, stavolta, gira nel senso opposto. 
Reagire, aggrapparsi alla partita, senza farsi prendere dall'ansia, sfruttare l'occasione giusta, ribaltarla, vincerla. Fa tutto bene il Taranto, un Taranto di uomini, secondo quella vecchia concezione di Dostoevskij per cui un uomo è l'essere che si adatta a tutto. Il Taranto si adatta a un campo che non s'aspettava così brutto, a un Brindisi che chiude tutti i varchi nel primo tempo, persino a qualche errore nei primi 45'. Laterza è Rock perché all'intervallo ha il carattere di cambiare, di buttare dentro Serafino, giocare praticamente a quattro attaccanti, mentre De Luca spera che Nives non vada troppo in difficoltà contro un Falcone che da quella parte sfonda quando vuole. Alla fine lì arriva il pari, da lì nasce un Taranto tosto, forte, che pressa e spinge, convinto di vincerla. E la vince.
Il Brindisi non è lento, per citare Adriano, ma non è altrettanto rock e non è nemmeno così tosto per resistere in una ripresa che vede i biancazzurri disunirsi, e sgretolare quelle certezze da cui bisognerà ripartire. Perché la squadra vista nel primo tempo si può e si deve salvare, lo dice il campo.
Tornando al Taranto, David Bowie scrisse che il rock è la musica del diavolo. Diavolo, che Taranto!

Sezione: L'editoriale / Data: Mar 30 marzo 2021 alle 17:10
Autore: Giuseppe Andriani / Twitter: @peppeandriani
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