Fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Il Lecce per arrivarci, per sperare, per credere nelle favole di cui Liverani parla senza nascondersi, ha dovuto combattere, sudarsela. Un viaggio lungo 37 giornate, alla tappa più importante, che si gioca su due campi, e che ti vede quasi inerme di fronte al fatto che comunque alla fine dipende da quelli là. Dipende dal Genoa. Streaming, app, radioline per i nostalgici: i 90' più importanti, come un viaggio nel quale conta il percorso, più che la meta, perché di quella non v'è certezza. Lecce, dopo il lockdown, dopo sette sconfitte in undici partite giocate in appena 40 giorni, è con il Lecce. Eccoli, già, i primi germogli per il futuro, qualunque esso sia: il legame viscerale con la città, nonostante tutto. "perché ’l tempo fugge e inganna, sempre insieme stan contenti,  per citare Lorenzo de Medici.. Il futuro appeso a un filo, mentre la società si riunisce in un noto hotel, pensa già a come costruire una ripartenza. Il resto è aggrappato ai calciatori, al tutti convocati, alle favole di Liverani, forse al capolinea, al cuore di un territorio che chi non conosce non sa spiegarsi, citazione presidenziale, questa volta. Lecce e il Lecce, dall'appello del sindaco alla risposta dei tifosi, col Via del Mare chiuso e una città che lentamente ha aspettato per quattro lunghi giorni la propria finale. Quella quasi impossibile, quella per cui bisognerà guardare altrove e sperare. Del resto, tanto vale godersi il viaggio, per poi scoprire dove si è arrivati: chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza.

Sezione: L'editoriale / Data: Dom 02 agosto 2020 alle 14:09
Autore: Giuseppe Andriani / Twitter: @peppeandriani
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