Il miglior Lecce visto fin qui. Contro il Pescara, ieri sera, al Via del Mare si è vista solo una squadra: quella guidata da Eugenio Corini, come un leone in gabbia nel suo box personale in tribuna per la squalifica rimediata a Cosenza. Un Lecce compatto, ordinato, lucido e che con il passare delle settimane sta diventando sempre più a immagine e somiglianza del proprio condottiero. L'obiettivo è quello di concedere poco o nulla (spiegato il motivo per il quale l'allenatore si è imbestialito al gol di Maistro) e di segnare tanto ("bisogna migliorare la finalizzazione e l'ultimo passaggio", ha detto il vice-tecnico Lanna). Sul primo punto si lavora, sul secondo i progressi già si vedono: dopo Coda si è sbloccato pure Stepinski e ora sarà faccenda delle retroguardie avversarie provare a fermarli.

Trovo assurda qualche critica di troppo indirizzata ad Auteri sui social dopo il ko di Foggia. Arrivato contro una squadra ferita, affamata, desiderosa di regalarsi una scossa importante per il proseguo del campionato. E poi un derby è sempre un derby, i valori si azzerano e le motivazioni fanno la differenza. Fanno riflettere le parole del capitano del Bari Di Cesare che, probabilmente in preda alla delusione, ha voluto suonare la sveglia ("Forse non è chiaro ciò che ci aspetta quest'anno..."). E, a proposito di derby, è da applausi la Virtus Francavilla che ha travolto 3-1 il Monopoli: una prova sontuosa, gagliarda, sicuramente la migliore dall'inizio della stagione a oggi. E quando una squadra vince tutti i duelli, fa suo ogni pallone, segna cinque gol in due partite e ne subisce solo due... beh, allora vuol dire che tutto fila liscio. Merito del lavoro sul campo e della mentalità inculcata da Trocini, che anche nei momenti delicati ha sempre indicato una sola strada da percorrere, quella imboccata dagli imperiali già dall'esordio in C contro il Bari. 

Capitolo Serie D. Rinviare una partita per la presenza anche di un solo caso positivo al Covid è una fesseria. Ci ritroviamo ai primi di novembre con squadre che hanno due partite da recuperare e che probabilmente nel weekend ne incrementeranno il bottino. Definire il campionato falsato è dir poco. Sia chiaro: il virus è una cosa seria, ma a questo punto sarebbe più giusto fermarsi tutti e aspettare l'evoluzione della situazione, che la curva dei contagi crolli. Con la speranza di evitare anche una "tragedia economica" per calciatori, magazzinieri, staff medici e tutti coloro che ruotano attorno al sistema calcio. Perché oltre il calciatore c'è l'uomo, una famiglia, una vita.

Sezione: L'editoriale / Data: Mar 03 novembre 2020 alle 01:30
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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