Una delle piazze più calde degli ultimi anni, nel panorama regionale, è sicuramente quella di Cerignola, ormai ambiziosa dentro e fuori dal campo. Il fallimento del 2013, nel bene e nel male, è stata una cesura nella storia del calcio cittadino cerignolano. L'anno di inattività mortificò una piazza da sempre attaccata ai colori locali, ma consentì di costruire un nuovo progetto, mai così all'avanguardia nelle zone daune.
L'Era Grieco non ha portato il professionismo, ma ha portato delle innovazioni impensabili fino a qualche anno addietro, cambiando mentalità, status ed obiettivi di una piazza, seppur di ben 60.000 abitanti, mai protagonista a livelli nazionali. L'ingaggio di calciatori di spessore e l'addio ad un modo di fare prettamente provinciale hanno portato la società dell'Audace Cerignola ad essere uno dei modelli da seguire in tutta la Puglia. La ristrutturazione e l'ampliamento del "Monterisi" hanno messo in mostra la lungimiranza di un nuovo modus operandi: un impianto da sempre trascurato, totalmente riqualificato e reso finalmente degno di un centro importante, completato al momento con la costruzione delle due curve, da sempre il sogno di un'intera tifoseria.
Non passino inosservate le nuove figure dirigenziali che, prima con la famiglia Grieco, e forse ancor di più con la nuova gestione Quarto, stanno rendendo sempre più organizzato il lavoro di questa società: le figure di direttore tecnico e sportivo, cariche attualmente coperte da due abili dirigenti come De Lorenzis e Di Toro, sono spesso state snobbate, storicamente sono quasi sempre stati i presidenti in persona a gestire tutto ciò che concerneva l'ambito societario. Per non dimenticare del settore giovanile, mai così sviluppato e che vanta un campionato interregionale, vinto nel 2019, ma abile specialmente nel sociale, in una realtà da sempre degradata e poco attenta alle risorse provenienti dai giovani.
Sul campo la squadra, dal 2015 ad oggi, ha acquisito uno status di "nobile", asfaltando campionati minori da sempre ostici al club ofantino e rendendosi protagonista in Serie D, con l'obiettivo ormai risaputo di raggiungere il professionismo e restarci in pianta stabile. Trovare proprietà che credono nel calcio cittadino ed investono nel futuro è una fortuna di pochi al giorno d'oggi, Cerignola sta avendo questa opportunità, probabilmente mai avuta prima, e la gente sta rispondendo presente, riempendo spesso e volentieri l'impianto di Via Napoli e rendendolo un fortino. Il confronto con diverse grandi piazze, il primo derby dopo una vita con i cugini del Foggia, ha consentito al club ed ai tifosi di crescere ed acquisire consapevolezza nei propri mezzi, togliendosi anche diverse soddisfazioni sul rettangolo di gioco.
Gli errori ed i momenti difficili non sono mancati, il mancato ripescaggio e la breve gestione Caterino, per certi versi, hanno fatto presagire il peggio, ma la fame e la voglia di un presidente come Danilo Quarto, primo "straniero" nella storia della società, ha riportato il club in pochi mesi ad essere uno dei modelli di riferimento per tutta la nostra regione.
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