Ventidue presenze con la maglia del Casarano per Alessio Palmisano: il centrocampista 30enne, nativo di Putignano, ai microfoni di TUTTOcalcioPUGLIA.com ha parlato della stagione del club rossazzurro, tracciando un bilancio del campionato disputato fino alla 26^ giornata.
Quanto manca il terreno di gioco ad un calciatore?
“Sicuramente non è bello vivere lontano dal rettangolo di gioco: sono già passati più di due mesi e non è facile. Quando giochi a calcio sin da bambino e, magari, lo fai anche per lavoro, avverti ancora di più l’assenza”.
Oggi, il Consiglio Federale potrebbe optare, definitivamente, per il blocco delle retrocessioni dalla C alla D e la promozione delle sole prima in classifica: è la soluzione migliore per il calcio?
“Non so quale possa essere la soluzione più idonea, sinceramente. Purtroppo, finendo così il campionato, non si darà il giusto valore alle squadre nelle prime posizioni in classifica e che, nelle ultime giornate, potevano giocarsi qualcosa di importante. C’erano ancora 24 punti a disposizione e tanti verdetti da emettere: il discorso promozione e quello delle retrocessioni era ancora in bilico, dovendo disputare otto partite”.
Nell'anno del ritorno in Serie D, eravate in piena zona playoff: quinto posto in classifica, nonostante le diverse difficoltà riscontrate, come la prematura scomparsa di Lello Santagata. Quanto è soddisfatto per il cammino del Casarano, sino ad oggi?
“Non sono totalmente soddisfatto per come sono andate le cose: abbiamo perso il nostro compagno di squadra e credo che sia stata la cosa più brutta che potesse accadere nel mondo del calcio. Non è stata una bellissima stagione: abbiamo anche cambiato allenatore ma, nonostante tutto, eravamo lì a giocarci un posto per i playoff. Speriamo di ripartire il prima possibile: le stagioni storte possono capitare. Basti pensare che, lo scorso anno, conquistammo il triplete con vittoria del campionato, coppa Nazionale e regionale. Ci sono anni in cui non tutto può andare liscio, come sempre: anche questo fa parte del calcio”.
Dal punti di vista personale, c'è qualche rammarico in particolare per l'andamento della stagione?
“Non sono riuscito a dare ciò che potevo: quando si cambia squadra, è sempre difficile adattarsi subito a nuovi compagni ed idee di gioco dell’allenatore. È un processo graduale, che richiede del tempo: non è stato facile. Il cambio di guida ha anche gravato sul rendimento: avrei potuto dare molto di più”.
Voluto fortemente da mister De Candia ad inizio stagione, si è ritrovato a lavorare con Dino Bitetto: che rapporto ha col tecnico barese?
“Col mister c’è il classico rapporto allenatore-giocatore: è una persona molto seria, che ama lavorare sul campo. Ha rispetto di tutti i ruoli, non abbiamo mai avuto una discussione: ho sempre accettato le sue scelte. La squadra viene prima di tutto”.
In questo periodo di emergenza, vi sentite tutelati da società e dall’AIC in riferimento agli stipendi?
“La società è molto seria: il Presidente Maci è un gran signore, è una persona squisita. Noi giocatori siamo tutelati dall’AIC che ci è molto vicina in questo periodo: io sono il rappresentante per il Casarano, ci hanno sempre dato una mano in tutto”.
Sguardo al futuro: si vede ancora con la casacca rossazzurra?
“Questo non lo so, si vedrà nelle prossime settimane. Spero solo che si possa riprendere quanto prima a giocare: quanto accaduto, ha colpito fortemente tutti e non vediamo l’ora di tornare a calcare il rettangolo di gioco. Non so cosa accadrà: la società e l’allenatore faranno delle scelte e valuterò la possibilità di poter proseguire, o meno, il percorso col Casarano. Da parte mia c’è comunque la volontà di rimanere nelle fila delle serpi: ho un ottimo rapporto con la dirigenza. Una società seria, come quella del Casarano, non si trova facilmente”.
Autore: Christian Cesario / Twitter: @otherside1993
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