Il Bari si è abituato alla sconfitta. E quando accade, rischia pure di non far più male ai calciatori. Un appiattimento totale, un black-out forse senza precedenti, un tunnel senza uscita. Nove sconfitte in campionato son tante, anzi troppe, per chi era partito la scorsa estate sbandierando di essere lo schiacciasassi del torneo. E invece, classifica alla mano e possibilità matematiche, Antenucci (a proposito, dov’è finito il vero Antenucci?) e compagni ad oggi rischiano addirittura di chiudere al sesto posto in caso di ko nell’ultimo turno di campionato con il Bisceglie.

Un’annata totalmente fallimentare. Alla luce del campionato visto, con risultati inaccettabili e alcune prestazioni scadenti. Ma non solo. Un’annata fallimentare perché non si può neppure parlare di “basi per il futuro”: a prescindere da ciò che diranno i playoff, la prossima estate dovrà essere quella della rivoluzione. Anzi, per usare termini forse più appropriati, della... rifondazione. In quanti oggi meritano la conferma? Pochi, pochissimi. Forse si contano sulle dita di una mano. Dunque cosa c'è da salvare? Nulla. E a settembre, ai nastri di partenza, si ripartirà di nuovo da zero. Ancora una volta. Probabilmente nuovo allenatore, nuovo direttore sportivo, nuovo gruppo da amalgamare. Non è ancora finita, questo è evidente, ma alzi la mano chi oggi può ritenersi fiducioso in vista dei playoff, dove ci saranno una tra Perugia e Padova (entrambe fortissime), Alessandria, Sudtirol, Catanzaro, Avellino. Nessuno.

Sezione: L'editoriale / Data: Dom 25 aprile 2021 alle 23:06
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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