"Mamma mia, che Lecce!", verrebbe da esclamare. Dopo aver umiliato il Torino con un rotondo 4-0 otto giorni fa, i giallorossi compiono un'altra impresa storica e, per la prima volta dal ritorno in Serie A, portano a casa la seconda vittoria consecutiva. Dal sapore ancora più forte, contro la squadra che negli ultimi anni ha dato filo da torcere alla Juventus per la vittoria del tricolore. Certo: non è lo stesso Napoli, ma è comunque il Napoli. E la partita di ieri l'ha vinta pure Liverani, che ha accantonato l'idea della difesa a cinque per aspettare e provare a colpire nel momento opportuno, schierando il suo assetto ideale, quel 4-3-1-2 che in realtà - con Saponara e Falco larghi - si è trasformato in un 4-3-3.
Una partita perfetta. E nessuno avrebbe mai pensato di portare a casa tre punti se non dopo una partita perfetta. La svirgolata di Lucioni nel finale stava per complicare i piani, ma è già dimenticata. Dopo ventidue anni il "San Paolo" è espugnato, il Lecce si è regalato un'accoglienza - al rientro in città - da favola. Meritatissima, perché la formazione giallorossa ha dimostrato di essere una vera squadra da Serie A e di avere tutte le carte in regola per restarci anche per il prossimo torneo. Ma un passo per volta, perché il campionato è lunghissimo. Adesso ci sarà la SPAL e se è vero che non c'è due senza tre...
La partita di ieri l'ha vinta anche la società. Ha dato all'allenatore un calciatore come Barak che potrebbe tranquillamente far parte di una squadra da vertice, uno come Saponara che - a posto fisicamente - sposta gli equilibri. E poi c'è Deiola, che dà muscoli e fisicità al centrocampo giallorosso ma anche qualità in impostazione: un calciatore completo e, dando uno sguardo a chi non è arrivato, tecnicamente molto più utile di Acquah. E poi c'è da applaudire il diesse Meluso per il colpo Donati: un esterno micidiale, intelligente in difesa (quante chiusure determinanti ieri...) e sempre pronto a dar manforte nella metà campo avversaria. Ha giocato (e segnato) in Champions, più che una scommessa era una certezza. Misteri di come in Italia non abbia trovato immediatamente sistemazione, nonostante il suo nome fosse presente da luglio nella lista degli svincolati.
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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