Due stagioni ricche di insidie e successi, nel corso delle quali egli ha visto ricevere elogi ma anche contestazioni in merito al suo operato. Marcello Pitino, direttore sportivo del Casarano Calcio dalla stagione 2018/19, dopo due anni potrebbe ricevere la riconferma e vivere dunque la terza stagione in Salento, nel tentativo di continuare a far bene. Giusto usare il condizionale, dal momento in cui egli è il componente della dirigenza rossazzurra maggiormente in dubbio, al termine di una annata ricca di recriminazioni dovute agli acquisti messi in atto dal diesse. In virtù di quanto detto poc’anzi Marcello Pitino è intervenuto in giornata odierna in esclusiva ai microfoni di TUTTOCALCIOPUGLIA.COM, per parlare anzitutto del suo futuro con le serpi: “Diciamo che siamo in una fase di attesa e di valutazione. La società sta monitorando le varie situazioni per quanto concerne il panorama calcistico. Uno di questi fattori importanti è quello legato alla riforma dei campionati, la quale indubbiamente verrà messa in atto il prossimo anno. Molto probabilmente, come giusto che sia, la programmazione avverrà in base al futuro di questo sport. Bisognerà avere delle certezze, che ad oggi non ci sono: su di tutti bisognerà capire se vi saranno dei protocolli da attuare per dare il via al nuovo campionato. In virtù di ciò la società non volendo navigare al buio sta temporeggiando. Al momento non c’è nulla di concreto, stiamo valutando tutti assieme il futuro”.
Il presidente Giampiero Maci ha voluto ribadire più volte il concetto di “giovani”, dando l’idea ai tanti, che il prossimo anno la squadra vivrà un ridimensionamento, il quale a sua volta andrebbe a ringiovanire ulteriormente la rosa del Casarano. Al netto di tali dichiarazioni tempo fa si è parlato di un filo conduttore che vedrebbe “collaborare” la vostra società con il Parma, tenendo conto degli ottimi rapporti che vi sono tra lei e Daniele Faggiano, quest’ultimo diesse dei ducali: “I rapporti sono idilliaci con tutti i club, in particolar modo con la compagine emiliana. Il problema penso che sia legato alla questione giovani, dal momento in cui ogni club di Serie D ha presenti in rosa ben 12 under, perciò non penso che manchi la gioventù in squadra. Le maggiori problematiche son legate al momento che noi tutti stiamo vivendo, dunque molti club andranno a rivoluzionare in parte i progetti futuri. Si parla molto di giovani, ma ciò non preclude la presenza di calciatori meno giovani nelle rose, bravi e che possano magari rientrare nei costi e nell’ottica della futura gestione. Questa è una categoria che vien già penalizzata a causa dell’obbligatorietà di presenza degli under in rosa, ma, ahimè i regolamenti son questi e dobbiamo rispettarli. Ribadisco, non capisco come si possa pensare a una maggiore presenza di giovani, quando le rose vedono tra le loro file tantissimi ragazzi. Sicuramente il pensiero del presidente è quello di ridimensionare i programmi, e quindi i tanti pensano ai giovani. Ovviamente bisognerà poi capire quali giovani e come investire su di essi, si tratta di un discorso ad ampio raggio. Bisognerà capire quale sarà inoltre il futuro del panorama calcistico, per poi capire come muoversi. Il presidente fece questo discorso più di un mese e mezzo fa quando ancora non si sapeva nulla. Anch’io ho letto la news, ne abbiamo parlato, ma adesso la parolina in più o in meno potrebbe scagionare un susseguirsi di informazione non del tutto giusta. Piano pianino ci stiamo avvicinando all’epilogo di questa brutta parentesi, perciò giorno dopo giorno decideremmo cosa fare per il nostro futuro. Se ci sarà sinergia, tutti assieme, metteremmo in atto il programma che vorrà la società”.
Una stagione che ha visto i tifosi dividersi in due fazioni: coloro che, visto il ritorno in Serie D dopo anni, son rimasti contenti al netto della conquista della zona play-off; i secondi, invece, che si aspettavano quel qualcosa in più: “Al netto dell’organico a disposizione le aspettative, a livello generale, erano maggiori. Possiamo dire che il calcio è fatto di episodi: si sono verificate alcune situazioni difficili da affrontare nel corso della stagione, e molte di esse abbiamo desiderato non renderle pubbliche per ovvi motivi. Esse non hanno fatto esprimere al massimo i vari componenti della rosa. L’obiettivo inziale era quello di disputare i play-off, e in fin dei conti siamo riusciti anche a metterci alle spalle una corazzata come il Taranto. Nonostante le critiche il nostro obiettivo era anche quello di lottare per i vertici alti della classifica. Per quanto concerne il nostro raggruppamento, il Bitonto, fino al termine ultimo del campionato ha dimostrato di poter mantenere la prima posizione. Il Foggia non è riuscito ad avere la giusta continuità, ma se fosse continuato il campionato avrebbe potuto conquistare il primo posto. Questi sono stati i valori del nostro girone, e penso che queste due compagini abbiano fatto un campionato super”.
Una stagione, la sua, che ha vissuto più bassi che alti a causa delle continue contestazioni da parte della tifoseria casaranese. Nonostante ciò, molti addetti ai lavori han considerato buono il suo operato: “Il tifoso giustamente vuole vincere, ma ciò non significa che non voglia farlo anch’io. Sotto un certo punto di vista posso comprendere il suo pensiero, ma nel mondo del calcio ci sono anche dei programmi da rispettare e una società, che valuta il lavoro dei propri dipendenti, come in ogni ambito d’altronde. A me dispiace di non aver creato un buon rapporto con parte della tifoseria. Dal mio canto ho anche cercato di rispettare la volontà della società, che valuta il precorso da fare. A livello giornalistico, sono a conoscenza degli apprezzamenti ricevuti, ma allo stesso tempo penso sia giusto che ci siano state delle critiche. Se tutti avessimo la bacchetta magica per operare e di conseguenza vincere, sarebbe fin troppo semplice. Io sto cercando di mettere in atto la mia professione, e penso che la società percepisca ciò, se no non staremmo ancora qui a valutare il nostro futuro. Dispiace per questo rapporto negativo con una parte della tifoseria, perché non credo che tutti mi disprezzino. Nel rispetto di tutti, mi dispiace, ma le decisioni le prenderà la società. Io non posso far altro che promettere di fare del mio meglio e di migliorarmi, nel caso in cui dovessi rimanere. Sarebbe giusto permettermi di lavorare con la giusta cautela. Il calcio purtroppo è fatto di episodi: se non avessimo pareggiato le gare contro Nocerina e Gravina (entrambe con un pareggio avversario nel finale) e non avessimo subito un dramma (morte di Raffaele Santagata) che per un mese ha tenuto basso l’umore dello spogliatoio, probabilmente staremmo parlando di tutt’altro. Non sono delle scuse, ma purtroppo sono accadute e noi in futuro dovremmo essere bravi a gestirle, perché siamo dei professionisti. Inoltre, non vorrei tornare sul discorso relativo alla disfatta di Sorrento, dal momento in cui la considero una gara a sé, la quale può capitare a tutti: nello stesso anno, manco a farlo apposta, è successo a tantissime squadre come ad esempio Lecce e Torino. Non si possono trarre le conclusioni a causa di un episodio del genere, e ad ogni caso, è la società a valutare l’operato”.
Autore: Simone Cataldo / Twitter: @@SimoneCataldo12
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