Il Casarano di mister Vincenzo Feola dovrà, senza sé e senza ma, rimboccarsi le maniche in vista del prosieguo del campionato dopo la sconfitta contro il Picerno. Del cammino del club e della beffa avvenuta nell’ultimo turno, ne abbiamo parlato con Fulvio Navone, idolo della tifoseria e centrocampista che ha vestito la casacca rossazzura dal 1983 al 1990. Indubbiamente un emblema dell’epoca d’oro della società, che momentaneamente deve affrontare alcune divergenze dovute anche ai risultati che poco hanno fatto piacere ai tifosi. Così commenta Navone quanto accaduto nelle ultime settimane al Casarano: “Da quello che ho letto e sentito dire sicuramente la squadra di Feola non meritava di perdere. Quella contro il Picerno è stata una partita poco fortunata, forse avrebbero dovuto capire che sarebbero potuti accontentare di un pareggio. Il campionato è molto lungo, motivo per il quale i ragazzi e la società devono stare tranquilli. La squadra, e non lo scopro io, è composta da grandi calciatori e si può rialzare senza tante difficoltà. Per far ciò bisognerà però mettere in campo maggiore aggressività per poter vincere un campionato molto difficile quale il raggruppamento H di Serie D”.
Uno spicchio ampio della tifoseria rossazzurra recrimina ai calciatori la mancanza d’amore verso la maglia del Casarano, oltre che il poco impegno profuso sul campo. Inoltre tanti intimano che i calciatori non sudino la maglia, lei che ne cosa ne pensa?
“Come ho già dichiarato alcune settimane fa, credo che in Serie D oltre alla buona tecnica dei calciatori ci sia bisogno di corsa e voglia di vincere. Si tratta del girone a livello nazionale più complicato a mio avviso, e che da anni richiede anche queste doti per poterlo vincere. Ho avuto modo di visionare la gara tra Casarano e Francavilla in televisione prima di Natale, gara in cui era notevole la differenza tra le due sfidanti, ma che aveva comportato non pochi patemi alla banda di Feola perché non la si riusciva a sbloccare”.
Lei che all’epoca ha indossato all’epoca ha indossato questa importante casacca oltre che vissuto in pieno la numerosa tifoseria al seguito della squadra, che consiglio darebbe ai ragazzi finiti nel mirino dei propri sostenitori?
“Essendo loro calciatori di professione, devono far fronte agli elogi come alle critiche, mettersele in tasca e pensare al campo. Come già ribadito, dovrebbero mantenere una maggiore intensità e concentrazione nel corso della gara, e magari a volte prevedere i risvolti del match, perché poi si rischia di non portare a casa nemmeno un punto, come accaduto domenica contro il Picerno. Per quanto concerne i tifosi vorrei dirgli di stare al fianco della squadra, soprattutto in questi momenti di enorme difficoltà. Solo in questo modo si potranno superare gli ostacoli e raggiungere la vittoria finale tutti assieme”.
Infine, domenica il Casarano sarà costretto a fare a meno del calcio giocato causa il rinvio per diversi casi di positività all’interno dell’organico del Bitonto. Non sarà dunque possibile il pronto riscatto dopo la sconfitta casalinga: un fattore positivo o negativo?
“Uno svantaggio perché questo è un campionato ambiguo, e sicuramente un po’ falsato, causa l’emergenza da covid-19. Solitamente dopo una brutta sconfitta non si vede l’ora di tornare in campo, e senza ombra di dubbio questa sosta non arriva nel momento giusto. D’altra parte questo lasso di tempo senza calcio giocato potrebbe esser preso al balzo per ricompattare lo spogliatoio e i rapporti tra squadra e società, in vista di un’altra gara importante prevista per il 3 febbraio contro il Sorrento. Da oggi in poi bisognerà sbagliare poco perché il passo falso lo si è già compito in due occasioni, per questo motivo sarà importante non cadere nuovamente, data anche la corta classifica”.
Autore: Simone Cataldo / Twitter: @SimoneCataldo12
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