A Verona, l’ha vinta Corini. È il successo di un gruppo, quello giallorosso: forte, caparbio, tosto e mettiamoci anche fortunato. Ma si sa, la fortuna premia chi si mette a cercarla e chi sa trovarla: il Lecce ci è riuscito. L’ha vinta anche e soprattutto Corini, con il suo coraggio, le sue idee: alla faccia di chi lo metteva alla prova dopo aver battuto Entella e Reggiana. Come se fossero due squadrette, come se non conoscessero le insidie e l’imprevedibilità di un campionato come quello della Serie B.

Coraggio appunto, quello che ha messo il tecnico a tu per tu con i suoi in una fase di leggero appannamento nel corso della ripresa. Un calo d’intensità che può starci, fisiologico, su un campo ostico e che si rivelerà crudele per tante concorrenti al salto di categoria. Quel coraggio che ha portato Corini a sparigliare le carte: fuori gli “intoccabili” Calderoni, Stepinski, Henderson, Mancosu e Coda, dentro la freschezza e la vivacità di Zuta, Falco, Majer, Listkwoski e Pettinari. E la giocata finale di chi è? Falco-Pettinari-Falco: palla in buca, nuovo sorpasso e tanti saluti alle inseguitrici. Il Lecce è primo, forse solo per una notte, anche grazie al suo condottiero.

Sezione: Focus / Data: Ven 27 novembre 2020 alle 23:18
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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