Dopo l’impresa dell’Altamura di coach Lepore (nel 1988, a Senigallia, Cramarossa al 117’ abbatte la resistenza della Stezzanese nel match arbitrato da Pierluigi Collina; in precedenza i murgiani avevano battuto il Leffe nella doppia finale riservata al CND) e il kappaò del Molfetta di Arcadio Spinozzi la stagione successiva con l’1-0 per mano della Sestese, squadra di Sesto Fiorentino proveniente dalla Promozione toscana, solo nel 1995 una pugliese ebbe accesso alla superfinale della Coppa Italia Dilettanti, il San Severo di Damone. I foggiani, dopo aver avuto ragione dell’Arzignano (doppio 1-0 nel torneo riservato alle concorrenti del Campionato Nazionale Dilettanti) dovettero arrendersi in entrambe le gare all’Iperzola. Erano passati più o meno trent’anni da quando il torneo era stato introdotto dalla Lega, dapprima nella formula mista tra Interregionale e Promozione (l’Eccellenza sarebbe arrivata nel ’91), poi con strade separate.
Il crinale della storia del calcio regionale fu il 1997. Il Noicattaro di Sergio Notariale fece l’accoppiata campionato-Coppa Italia, battendo nella doppia finale l’Ivrea capitanato dall’ex Juve Storgato, piegato da due reti di Giuliano Antonicelli, in Puglia e in Piemonte. I rossoneri persero poi quella incrociata con i romani dell’Astrea, compagine di Serie D espressione della polizia penitenziaria, all’Olimpico di Roma, pre-show di un’Italia-Germania.
Un quarto di secolo fa cambiano le regole e vengono istituiti due tornei distinti: la Coppa Italia Dilettanti di Serie D e la Coppa Italia Dilettanti di Eccellenza. E qui la Puglia diventa grande protagonista. La prima scalata la tenta il San Paolo Bari. Guidata dal molfettese Riccardo Di Giovanni, la formazione del capoluogo perde la finalissima con il Salò al Flaminio di Roma, ma gioisce per la promozione in Serie D, grazie al successo in campionato dei lombardi. Un anno dopo è il Real Altamura di Vito Sgobba (con Saverio Columella presidente) a perdere l’ultimo tram. Sempre nella capitale, a vincere 2-1 è la Colognese. Le due stagioni successive cedono in quella che è di fatto una semifinale lo Squinzano e il Taurisano, fatte deragliare da Larcianese e Moncalieri.
Il 2011 è l’annus mirabilis del Casarano. Nello storico impianto sulla via Flaminia, i blaugrana travolgono 4-0 (tripletta dell’emiliano Alberto Villa e griffe Simone D’Anna) il Castel Rigone e portano nel Salento il trofeo. Impresa replicata nel 2012 dal Bisceglie di Nicola Canonico: allenati da Nicola Ragno, i nerazzurrostellati nella città Eterna battono 2-1 (doppietta di Nicolas Di Rito) il Pisa Sporting Club, bissando il successo ottenuto nei confini regionali nella storica finale col Monopoli al San Nicola, al cospetto di oltre seimila spettatori, con Moscelli matchwinner.
A quel punto pare possa aprirsi un ciclo, ma il Cerignola si ferma sul più bello. A Rieti, nello stadio intitolato a Manlio Scopigno, l’Audace allenata da Massimo Pizzulli cede di misura alla Fermana, innescando un meccanismo di polemiche sul mancato ripescaggio che porterà alla rinuncia degli ofantini all’Eccellenza, costretti a ripartire dalla Prima Categoria nel 2013, anno in cui comincia l’era Grieco.
Puglia ancora prim’attrice con il Francavilla. Al Gino Bozzi di Firenze, non c’è scampo per la Bustese, superata 4-2 dalla Virtus (ancora due volte Di Rito, insieme a De Toma e Montaldi). Nell’impianto fiorentino non ce la farà invece la Vigor Trani. Il bitontino Pizzulli deve nuovamente rinunciare a sollevare la coppa che prende la via del grande nord: il Sankt Georgen, compagine altoatesina di San Giorgio di Brunico, vince in Toscana 2-0. È tuttavia la premessa per la doppietta del Casarano guidato da Pasquale De Candia che, grazie a Palma e Mincica, festeggia il trionfo al Bozzi chiudendo 2-1 la finalissima con il Caldiero. Il club delle serpi detiene due record: condivide con il Varese anche la conquista della Coppa Italia di Serie C ed è l’unico ad aver vinto due volte la Coppa di Eccellenza.
Dopo le due annate annullate per la pandemia, la Puglia vince ancora. Ed è proprio il Barletta a portare la coppa all’ombra del Colosso, nonostante il Puttilli sia chiuso per manutenzione: a Rieti, è 2-1 (Morra e Visani) al Salsomaggiore dopo i supplementari per i biancorossi che con il casertano Francesco Farina avevano già vinto Eccellenza e trofeo regionale, centrando il triplete. Dopo Cast Brescia e Paternò, gli ultimi vincitori, il club adriatico prova a riscrivere il proprio nome nell’Albo d’oro della manifestazione. Albo che, nella attuale veste della manifestazione, vede la Puglia, con 5 primi posti, in testa alla classifica per regioni davanti alla Lombardia con 3.
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