Conferenza stampa per Wladimiro Falcone. L’estremo difensore, sempre presente tra i pali, analizza la sfida con la consueta lucidità: “Abbiamo lasciato per strada due punti, perché per quanto si è visto in campo avremmo meritato di vincere noi. Non è stata una gara spettacolare, ma se qualcuno doveva portarla a casa, quello era il Lecce. Allo stesso tempo, sono felice che non abbiamo subito gol: qualche anno fa partite così le avremmo perse”.
Difesa in crescita, attacco da ritrovare
La solidità difensiva è ormai un marchio di fabbrica, mentre la fase offensiva deve ancora ingranare: “Durante la settimana lavoriamo molto sia sulla copertura che sulla costruzione del gioco. Il Sassuolo aveva giocatori come Berardi, Pinamonti e Laurienté, ma non hanno mai creato vere occasioni. È normale avere momenti in cui si segna meno: non è un problema, basta continuare a lavorare”.
“Il Lecce è casa mia”
Falcone, ormai bandiera del club salentino, non nasconde il legame speciale con la maglia: “Il Lecce per me significa tantissimo. Sono orgoglioso dei record che ho raggiunto, anche se non li inseguo per vanità. Ogni settimana qualcuno mi segnala nuovi traguardi e questo mi riempie d’orgoglio. Ho superato portieri importanti della storia del Lecce e spero, un giorno, che ci sia qualcuno capace di superare me. L’obiettivo resta comunque di squadra: ottenere la quarta salvezza consecutiva sarebbe la vittoria più bella”.
La svolta nello spogliatoio
Il portiere racconta anche il momento in cui il gruppo ha ritrovato compattezza: “Nel mio primo anno eravamo un gruppo più italiano, molto unito. Poi, con l’arrivo di tanti stranieri, ho dovuto adattarmi, anche imparando a comunicare in inglese. Quest’anno non siamo partiti bene, ma prima della gara con il Bologna ci siamo confrontati tra senatori e da lì è cambiato tutto. Ora lo spogliatoio è forte, unito, tutti hanno capito cosa vuol dire giocare nel Lecce. L’obiettivo è una salvezza più serena rispetto al passato”.
“Costruire dal basso? Solo se ha senso”
Falcone scherza anche su una delle mode del calcio moderno, la costruzione dal basso: “Prendo in giro Fruchtl, che ha giocato con Neuer: lui ha cambiato il modo di fare il portiere! Oggi tutti vogliono costruire dal basso, ma bisogna farlo con equilibrio. Se non siamo sicuri, meglio giocare lungo e combattere sulla seconda palla. Questo mi dà più serenità e sicurezza”.
Il sogno azzurro
Il capitano guarda anche oltre il campionato: “La Nazionale è il sogno di ogni calciatore. So che l’Italia ha grandi portieri come Vicario, Carnesecchi, Caprile e Di Gregorio, quindi non è un pensiero fisso. Se arrivasse una nuova chiamata sarei felicissimo: con Mancini ho già avuto un’esperienza nel 2022, che porterò sempre con me”. E sulla parata più difficile: “Quella su Deiola, contro il Cagliari. È stata istinto puro. Con l’Atalanta, invece, avrei potuto fare meglio sul gol di Zalewski”.
Dalla difesa ai leader
Sulle differenze tra Baschirotto e Tiago Gabriel, Falcone è sincero:
“Federico era un leader vero, dentro e fuori dal campo. Mi è dispiaciuto vederlo andare via. Tiago è più tecnico e pulito nei movimenti, mentre Baschirotto era più fisico e trascinatore. Siebert sta lavorando bene, anche se il campionato italiano è molto diverso da quello tedesco. Ma la sua mentalità è quella giusta”.
Prossima tappa: Udine
Il Lecce si prepara ora alla sfida di sabato contro l’Udinese: “Non vanno sottovalutati, anche se non vivono un gran momento. Giocheranno davanti al loro pubblico e cercheranno di partire forte. Noi dobbiamo essere pronti, continuare la nostra striscia positiva e, magari, trovare qualche gol in più. L’obiettivo è sempre lo stesso: migliorare partita dopo partita”.
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