C'è una vecchia regola, non scritta, del calcio che dice che quando il portiere risulta essere il migliore in campo qualcosa non ha funzionato. Sarebbe riduttivo analizzare così il pari tra Virtus Francavilla e Siracusa, ma pagelle alla mano il voto di Mirko Albertazzi è il più alto. Eppure qualcosa si muove. La squadra vista contro gli aretusei al Fanuzzi, su un terreno ancora tutt'altro che perfetto e sovrastressato dal numero di partite che vi si giocano, ha mostrato qualcosa in più. Da salvare l'approccio alla gara, gagliardo, vero, da squadra che vuole vincere. E pazienza se Folorunsho tutto solo contro Tomei trasforma in una caramella quella che sarebbe dovuta essere una sassata. In fondo capita, soprattutto quando le cose non girano. 

Da salvare, poi, il finale: l'arrembaggio con una delle prime versioni di una Virtus a 3 punte non porta la rete, agognata ormai da 5 giornate in casa. Però qualcosa si è mosso: Alessio Viola è entrato bene in partita, dimostrando che, al netto dei pochi minuti giocati nel girone di ritorno, può essere un calciatore importante per questo scorcio di stagione del Francavilla. Aveva segnato a Fondi, a gennaio, poi qualche fugace apparizione, ma quando entra cambia il volto dell'attacco, dà imprevedibilità e riesce a far girare meglio anche i centrocampisti, chiamati all'inserimento da dietro in più occasioni. Adesso c'è il Catanzaro, in crisi e in caduta libera, reduce da 4 sconfitte di fila. Una preda apparentemente facile che rischia di diventare sanguinosa: D'Agostino chiede concentrazione, a tutti. Il calendario fa un altro regalo alla Virtus: subito in campo, per cercare di scrollarsi di dosso quella che rischia di diventare a tutti gli effetti una maledizione.

Sezione: Focus / Data: Mar 20 marzo 2018 alle 10:10
Autore: Giuseppe Andriani / Twitter: @peppeandriani
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