Noi giornalisti sportivi viviamo quotidianamente di calcio, così come calciatori, dirigenti e tifosi. Una cosa è certa: non ne faremmo a meno. Ma sorge spontaneo chiedersi: come si può pensare di andare avanti in queste condizioni di emergenza? La Lega Nazionale Dilettanti si è - giustamente - fermata, due gironi di Serie C non si giocano ormai da tempo e va avanti solo quello meridionale che, di questo passo, arriverebbe ai play-off in maniera differente rispetto ai raggruppamenti A e B. Perché la fase finale, ovviamente, slitterebbe in termini di data: sarebbe un vantaggio, ad esempio, una pausa in più rispetto alle rivali (che arriverebbero anche probabilmente stremate in termini di energia fisica e mentale), ma sarebbe anche uno svantaggio considerando che l'attesa (che si concludano gli altri gironi) possa portare anche a perdere il ritmo-partita in vista della fase cruciale della stagione. Ipotesi, ovviamente: vantaggi o svantaggi, in questo momento, son difficili da ipotizzare.

Ma torniamo al punto: in Italia, chi più o chi meno, "mastica" calcio ogni giorno. Secondo molti continuare a giocare sarebbe una fonte di "distrazione" per il Paese, ma per i calciatori?! Il presidente dell'Associazione Italiana Calciatori ha chiesto di fermare tutto, anche qualche calciatore si è pubblicamente espresso accodandosi al pensiero di Damiani Tommasi. Treviso e Brindisi, spostando l'attenzione sul basket, hanno fatto dietrofront dalle rispettive trasferte e son tornate a casa: giornata di A1 rinviata. Senza considerare il caos porte chiuse: in B si gioca tranquillamente, in Serie A c'è stata una bufera... "all'italiana". Per Juventus-Inter principalmente: "una partita del genere senza tifosi sarebbe stata una brutta immagine per il calcio italiano nel mondo", avevano dichiarato dopo il primo rinvio. Juventus-Inter, una settimana dopo, si gioca. A porte chiuse. Anzi no, oggi potrebbe essere nuovamente rinviata. Ma allora che senso ha continuare a giocare? Si può definire questo un campionato falsato? Anche in chiave salvezza, dove Sampdoria e Genoa in particolare hanno rispettivamente due e una gara in meno rispetto al Lecce, che a sua volta in questo weekend "riposa" per consentire al Milan di recuperare la sfida contro il Grifone. Un delirio.

E per campionato falsato non s'intende solo quello di Serie A. Perché mentre ovunque si riflette se e come giocare, su un binario parallelo ci sono Bari, Bisceglie, Monopoli e Virtus Francavilla, insieme alle altre del girone C, che continuano a scendere in campo. A porte chiuse. È difficile ammetterlo, perché il calcio in Italia, come disse Arrigo Sacchi, "è la cosa più importante delle cose meno importanti", ma che senso ha continuare a giocare?! C'è la salute che è la cosa più importante delle cose importanti.

Sezione: L'editoriale / Data: Dom 08 marzo 2020 alle 11:27
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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