Dal Fondi, in casa, al Livorno, poi Monopoli, Castellammare di Stabia, e ancora la Casertana di Pochesci (ancora lui) in casa, il Potenza al Viviani: dolce abitudine, quei playoff da giocare. È la quarta volta consecutiva per la Virtus Francavilla, a caccia di un'impresa al Massimino, dove in questi anni di C non ha mai vinto. Dolci ricordi, anche il Catania: ma sempre in casa. Due successi allo scadere, con gol di Nzola e Sarao, come se fosse una tappa obbligata, un'esame di maturità da superare. Non lo è, però, è un playoff: resta un sogno, quello a cui questa città farebbe bene a non abituarsi mai, per goderselo, così come riuscì a godersi Livorno. «Non sapete che vi siete persi», disse De Toma al 90' dopo il pareggio di Livorno. Non sapete cosa vi perderete, se vi abituerete a un playoff per andare in B come una routine, negli anni d'oro della grande Virtus.

Sei partite in ventidue giorni: come un Mondiale, forse ancor più bello. L'Italia riscopre vecchie sensazioni nel calcio post Coronavirus. Da oggi si rivede anche la C, è la corsa alla promozione. E la Virtus ha un'arma in più: negli anni di Trocini si è abituata a giocarsela contro tutti, a non avere mai paura, a lasciare da parte il tatticismo esasperato, il difensivismo di chi teme. Può essere davvero un fattore per fare la differenza, nell'estate più strana degli ultimi anni. Si riparte da Catania, senza timori reverenziali, senza paura, come un passaggio obbligato, come una dolce consuetudine. A proposito: in tre anni di playoff, il Francavilla è sempre arrivato al secondo turno. Ora capite perché è vietato abituarsi? Virtus, goditelo: è il tuo Mondiale.

Sezione: L'editoriale / Data: Mar 30 giugno 2020 alle 08:52
Autore: Giuseppe Andriani / Twitter: @peppeandriani
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