Se c'è un errore che il Lecce non dovrà commettere in questi giorni che la separano dalla sfida di mercoledì sera contro la Sampdoria è quello di non perdere l'entusiasmo. Vietato tirare i remi in barca nonostante i primi 180' del calcio 2.0, quello degli spalti vuoti e di una condizione fisica poco superiore allo stato approssimativo, non abbiano regalato soddisfazioni. Zero punti contro Milan e Juventus non sono un dramma: i rossoneri non sono quelli degli anni d'oro, ma restano comunque da zona Europa; quella bianconera, seppur in forma poco smagliante, resta la formazione-capolista del campionato e che viaggia a vele spiegate verso l'ennesimo tricolore. I due punti strappati all'andata da Mancosu e compagni restano comunque lì, fondamentali per la classifica e per gli obiettivi stagionali.

Adesso, però, inizia un nuovo torneo. Quello in cui il Lecce dovrà uscire tutte le energie possibili e immaginabili per tentare di fare bottino pieno. Magari non in tutte le partite, ma quasi. Di big è rimasta soltanto la Lazio da affrontare, già sfidate oltre a Milan e Juventus anche Inter, Roma, Napoli e Atalanta; mercoledì c'è il primo scontro diretto con la Samp (senza Lucioni e Tachtsidis...), nella seconda metà di luglio Genoa e Brescia e poi un finale tutto d'un fiato con Udinese, Bologna e Parma. E se contro i friulani potrebbe essere l'ennesimo scontro-salvezza, contro le due emiliane stimoli e ambizioni potrebbero fare la differenza contro due squadre che potrebbero ritrovarsi a non dover più chiedere nulla alla propria stagione. Si vedrà.

Intanto... step by step. Testa rivolta alla Sampdoria. È da considerare già come una partita da dentro o fuori, quella del possibile trampolino di lancio o del campanello d'allarme. C'è Ranieri sulla strada di Liverani, il maestro e l'allievo. Ma una cosa non deve mancare: l'entusiasmo, quello che in casa Lecce fin qui ha fatto la differenza. Più dell'identità di gioco, più di ogni singola altra componente.

Sezione: L'editoriale / Data: Sab 27 giugno 2020 alle 01:25
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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