Il Lecce è vivo. Liverani nel post gara lo ripete, come fosse un mantra, come una verità incontrovertibile, e lo dicono i fatti, da cui provare a ripartire. Sei sconfitte consecutive in campionato, quattro dalla ripresa post Covid: i numeri sono impietosi, ma le altre non scappano. Ora tocca al Genoa, con Brescia e Spal che sembrano quasi spacciate là dietro. Inutile guardarle, tanto vale pensare al futuro. Liverani fa un piano salvezza al microfono di Sky, quasi facendolo scappare: otto partite, basterebbe vincerne quattro. Una su due, mentre fin qui ha solo perso. Ma la distanza resta alla portata, e allora perché non crederci? In fondo un periodo storto capita a tutti, è successo anche al suo Lecce, ma nel momento più complicato, in quello più difficile. 
Serve dare una scossa, però, per ripartire. Liverani ha ragione su tutto: la squadra è viva, altrimenti non avrebbe risposto due volte a un Sassuolo che ora sogna l'Europa e che non è più una piccola del calcio italiano. E la salvezza è possibile. Però urge dare una svolta: il 3-2 subito è un errore madornale a cui questo Lecce ha abituato. La difesa a quattro, ritrovata dopo due partite, permette una spinta diversa: il Lecce gioca, va a mille, ora deve imparare a gestire le proprie folate con intelligenza, sbagliare meno dietro, fare i conti con i tanti infortuni, che ci sono e resteranno. Per il resto ha ragione lui: il Lecce è vivo e se vince quattro partite su otto si salverà. Premesse.

Sezione: L'editoriale / Data: Dom 05 luglio 2020 alle 13:43
Autore: Giuseppe Andriani / Twitter: @peppeandriani
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